I sistemi perturbati sul Nord Europa continuano a far capo ad una possente area di bassa pressione posizionata sul Mar di Norvegia: ormai non fanno quasi più notizia i forti venti da uragano che hanno colpito ancora le maggiori alture britanniche ed i fiordi norvegesi, con raffiche ad oltre 140-150 km/h. Questi venti così violenti vengono messi in moto dal gradiente barico derivante dalla contrapposizione nord-sud di queste profonde basse pressioni nordiche, figlie di un Vortice Polare su livelli davvero sfavillanti, con l’alta pressione distesa sull’Europa Centro-Meridionale.
A proposito dell’anticiclone, dobbiamo semmai registrare un parziale cedimento della vasta struttura stabilizzante rispetto agli scorsi giorni. Si nota in particolare l’intrusione di un nastro perturbato verso la Francia Settentrionale, il Benelux, la Danimarca e la Germania: questo sistema frontale è collegato al progressivo affondo di una saccatura nord-atlantica in direzione del Golfo di Biscaglia e del’Iberia. La parte centrale ed occidentale dell’Europa, almeno alle medie latitudini, non risulta più così efficacemente protetta in modo significativo dall’anticiclone, il quale è stato costretto ad una lieve ritirata verso posizioni più meridionale.
I segni di sofferenza al bel tempo iniziano ad apparire palpabili anche per quel che concerne parte del Mediterraneo:non sono più le insidie instabili di natura africana a mettere movimento, ma semmai l’attivazione, pur lieve, di correnti umide sud/occidentali, derivanti dalle dinamiche perturbate in azione sull’Europa Centro-Occidentale. L’indebolimento della porzione settentrionale dell’anticiclone sta stimolando questo cambio di circolazione, con la coltre nuvolosa medio-bassa che ha interessato in particolare Corsica, Sardegna, Liguria, Toscana e parte delle aree nord-appenniniche.