Stiamo vivendo un periodo caratterizzato dall’alternarsi di fasi più miti, tipiche della primavera mediterranea, ad altre più instabili e fresche, anch’esse normali in una fase stagionale come quella in essere. Scambi meridiani di calore che acuiscono quei pericolosi contrasti termici derivanti da masse d’aria differenti tra loro o correnti fresche a contatto col mare in fase di progressivo riscaldamento.
Ed è proprio questo periodo la fase biologica certamente più importante per tutte quelle colture a maturazione tardo primaverile-estiva. Si esplicano tutte quelle funzioni vitali determinanti al fine della futura maturazione. Un processo che richiede particolari condizioni climatiche, onde evitare stress meccanici o biologici deleteri al normale sviluppo.
Se andiamo ad analizzare il tempo degli ultimi giorni, non si potrà non considerare il repentino calo termico che ha interessato vaste zone della Penisola, specie al Centro Nord. Aria fredda dal nord Europa ha difatti varcato la soglia alpina portando le temperature al di sotto dei valori medi previsti per il periodo. Tanto che la neve ha fatto la sua comparsa anche a quote piuttosto basse, localmente fin verso i 500 m di alcune aree alpine.
Bene, come detto in più d’una occasione, risulta evidente quanto tali repentini sbalzi termici possano risultare deleteri per le colture. Non di certo per il depositarsi della neve, anche se localmente gli accumuli di certe zone alpine potrebbero aver favorito danni meccanici alle giovani parti verdi, bensì per le basse temperature registratesi durante le ore notturne. Specie in valli e pianure, laddove si sono verificate delle gelate definibili tardive.
E sono proprio queste gelate le più pericolose, in quanto interessano le colture in una fase biologica nella quale i tessuti vegetali risultano generalmente erbacei, non più significati e ricchi di sostanze di riserva. Una differenza sostanziale, che espone le specie vegetali a danni meccanici e biologici di un certo rilievi. In particolare qualora non siano messe in pratica le tanto decantate buone pratiche agronomiche di prevenzione.
Ora persiste il rischio, durante il ponte Pasquale e nel proseguo della prossima settimana, di fenomeni temporaleschi nelle zone interne della nostra Penisola. Non sono pertanto da escludere grandinate ed improvvisi colpi di vento. Fattori che potrebbero mettere in crisi le colture vegetali. Invitiamo pertanto gli addetti ai lavori a prestare la dovuta attenzione ai prossimi aggiornamenti revisionali che verranno proposti.