Chi ci segue con costanza sa che in svariati articoli – editoriali e non – si poneva l’accento sul rischio persistenza.
Persistenza dell’Anticiclone africano, o meglio, persistenza di una configurazione generale che non depone a favore di cambiamenti repentini. Or bene, quel rischio s’è palesato nelle ultimissime corse dei modelli matematici di previsione.
Cos’è successo? Beh, per chi non ha esperienza in materia gli basti sapere che quello che inizialmente veniva dipinto come un break dal gran caldo con le proiezioni odierne è stato ridimensionato a un “semplice” ritorno alla normalità. Anzi, su alcune regioni l’abbondante “sopra media” in atto farà sì che le temperature siano costrette a sudare le cosiddette 7 camice per venir giù.
Dovete darci atto che l’esperienza aiuta, esperienza che fin da tempi non sospetti indusse estrema prudenza.
Troppo, veramente troppo forte il blocco barico attuale per poterlo decretare sconfitto. Ed allora ecco che si torna al quesito iniziale: luglio peggio di giugno? Se si continua così si, anche perché dopo l’effimera contrazione termica sembrerebbero crescere esponenzialmente le quotazioni appannaggio dell’ennesima ondata di caldo.
Insomma, ci sarà da soffrire…