La forzatura atlantica di Quirin si divide in due tronconi pur di appropriarsi velocemente dell’intero settore occidentale continentale. Le depressioni a 1000 e 1003 hPa sono incastonate nel Golfo di Guascogna. Il lungo fronte freddo associato abbraccia l’intera Penisola Iberica sconfinando nel settore Balearico.
Al centro del Continente svetta il picco anticiclico a 1013 hPa che, con la repentina risalita del cugino nordafricano a 1015 hPa, sostiene il regime stazionario sull’intera Italia.
La depressione Paolini a 1000 hPa è ormai in fuga verso il Mar Nero, lasciando i Balcani in attesa della sopraggiungente rimonta altopressionaria.
In pieno Mar di Norvegia campeggia una vasta area altopressionaria dominata dal picco a 1031 hPa, è Quinta, un anticiclone che con il suo movimento verso est tende a disgregare le avanzate fredde lapponi.
L’aggregato nuvoloso di Quirin offusca le coste oceaniche franco-iberiche. La propaggine meridionale del suo fronte freddo taglia tutto il Mediterraneo occidentale conficcandosi nello Stretto di Gibilterra. Anche le infiltrazioni lungo la valle del Rodano si velocizzano minacciando l’Arco Alpino.
Nuvolosità in fase di diradamento sui Balcani e sulla Grecia, ampie schiarite fanno seguito al transito instabile di Paolini.
Il Cuore del Continente e l’Italia vengono avvinghiate dal tepore anticiclonico, osservando, impassibili, le grandi manovre cicloniche che le circondano.
Nubi fredde, ma innocue, si estendono su tutto il settore settentrionale scandinavo. Il movimento di Quinta spegne ogni tentativo gelido di avvicinamento al Continente.