La mappa nord emisferica del geopotenziale di 500 hPa, relativa alle ore 00 utc di oggi, mostra una circolazione a tre grandi onde risonanti.
Persiste una prima onda anticiclonica poco ad ovest del continente americano, alimentata dal “compromesso” tra “forcing” orografico e “forcing” termico, con parziale contributo da “forcing” tropicale.
Più ad est troviamo la principale depressione sub-polare, posizionata sull’Arcipelago Canadese orientale. Il blocco anticiclonico presso le coste occidentali nord-americane asseconda lo sviluppo di una profonda saccatura sugli stati orientali, alimentata dal vigoroso vortice freddo a nord. Di conseguenza, gran parte del Nord America centro-orientale sperimenta condizioni di freddo artico, mentre le coste orientali sono frequentemente investite da ondate di maltempo anche di forte intensità. Il cattivo tempo è causato dal fatto che il contrasto termico tra l’aria molto fredda artico-continentale e quella calda e umida che risale dal Golfo del Messico e dall’Atlantico tropicale, sostiene un notevole sviluppo baroclino e la conseguente, vistosa, attività ciclonica.
La seconda “onda di Rossby”, in fase d’ulteriore rafforzamento, è situata alle medie latitudini dell’Oceano Atlantico. Si tratta di un “blocking” ad onda lunga, alimentato prevalentemente da “forcing” tropicale, che si manifesta sotto forma di propulsioni anticicloniche originate da anomala attività tropicale nel settore centro-americano e sugli oceani adiacenti.
Il vortice polare stratosferico, molto intenso e sempre più in fase con la circolazione troposferica, determina a livello emisferico, un’ulteriore accelerazione della già forte corrente a getto del fronte polare ed un abbattimento dei geopotenziali alle alte latitudini del Nord Atlantico, con massiccia avvezione d’aria molto fredda dall’Arcipelago Canadese.
L’atmosfera particolarmente baroclina e i forti gradienti geopotenziali che si stanno sviluppando tra il “blocking” atlantico e i vortici freddi sub-polari, tendono a favorire sempre di più un forte trasporto meridiano di momento e di calore. Questo soprattutto ad est del blocco anticiclonico delle medie latitudini atlantiche, vale a dire sull’Europa.
Sul nostro continente la graduale accentuazione del trasporto di geopotenziale ciclonico alle medie e basse latitudini produrrà sempre più vistosi affondi d’aria polare marittima. Repentine colate fredde si alterneranno a rapidi rialzi termici a causa del forte flusso zonale proveniente dall’Atlantico e della scarsa ampiezza delle saccature che, in una circolazione a tre onde planetarie, non riescono, in genere, ad assumere grandi dimensioni.
Questa evoluzione sarà assecondata dall’ulteriore, graduale, approfondimento del nocciolo del vortice stratosferico e dalla sua lenta traslazione, insieme all’annesso “Stratcooling”, dalla Groenlandia settentrionale al Mare del Nord, in vista di una successiva, probabile, migrazione sulla Siberia.
Più avanti, lungo il flusso zonale prevalente ai livelli medio-alti della troposfera, troviamo la terza onda planetaria risonante che ha quasi finito di sistemarsi col suo nocciolo sulla Siberia occidentale. Si va estendendo a gran parte dell’Asia occidentale e tende a diventare molto stabile, “agganciandosi”, in parte, ai “forcing” orografici asiatici.
Questo promontorio determinerà l’ulteriore sviluppo del già forte e persistente anticiclone al suolo sulla Siberia centrale dove si sommano gli effetti dell’anticiclone dinamico e di quello termico.
Gli intensi “westerlies” provenienti dal comparto euro-atlantico, si affievoliranno rapidamente avvicinandosi al promontorio anticiclonico, dividendosi in due rami. Quello meridionale si accoppierà alla corrente a getto sub-tropicale portando alcuni sistemi perturbati attraverso il Medio Oriente, l’India settentrionale e le regioni montuose dell’Asia centro-meridionale. Il ramo settentrionale continuerà a causare insolite, copiose, nevicate sulle coste della Siberia occidentale.
Il vortice freddo Siberiano in quota, disturbato dal “ridge” bloccante, sarà spinto verso l’Estremo Oriente, con frequenti digressioni pacifiche. Gran parte dell’Oceano Pacifico centro-occidentale sarà interessato da repentine ciclogenesi associate a sistemi perturbati anche di notevole intensità, pilotati verso nord-est da veloci “polar jet streams” confluenti col getto sub-tropicale in uscita dall’Asia sud-orientale. Alcune di queste perturbazioni, nel tentativo di scavalcare il promontorio bloccante presso le coste statunitensi e canadesi, si porteranno sull’Alaska.
Secondo il modello GFS, l’intensità del “forcing” tropicale sull’Atlantico continuerà ad essere notevole ancora per diversi giorni.
Nel lungo termine, comunque, nel comparto atlantico, è atteso un graduale affievolimento dell’anomalia anticiclonica e la conseguente, parziale, attenuazione dei forti “westerlies”, con ripercussioni nella circolazione emisferica. Ci sarà, infatti, tendenza a “wave2 pattern”.
Sull’Artico tenderanno a svilupparsi moderati blocchi anticiclonici alimentati dal rafforzamento delle onde risonanti del Nord Emisfero, cosa che è sempre correlata al numero di onde planetarie presenti. Un minor numero di onde risonanti aumenta, infatti, l’intensità media di ciascuna onda, accentuando la propagazione delle onde troposferiche verso le regioni artiche e nella stratosfera.
Tra la fine del mese e l’inizio del nuovo anno, scomparso il promontorio anticiclonico atlantico, si dovrebbe verificare un arretramento delle rimanenti due onde planetarie. La prima grande onda di Rossby finirà in pieno Oceano Pacifico, la seconda si piazzerà sull’Europa, con tendenza a migrare ulteriormente verso ovest.
Di conseguenza, molto probabilmente, le condizioni meteorologiche sull’Italia subiranno un netto miglioramento nei primi giorni del nuovo anno.