Non ci sono parole per descrivere l’eccezionalità della discesa fredda che, in seno a un potente vortice depressionario in quota, ha regalato inconsueti scenari invernali su molte zone del centro-sud, con venti sostenuti e temperature molto basse.
Le cause di questo precoce raffreddamento di mezzo autunno sono variegate, ma se proprio vogliamo sintetizzare, il principale responsabile non può che essere il flusso oceanico sostanzialmente latitante su gran parte dell’Europa, che normalmente dovrebbe essere in questo periodo il motore termoregolatore dei flussi zonali ondulati perturbati da occidente ad oriente.
Ciò ha dato maggior impeto all’Anticiclone delle Azzorre, con movimenti meridiani che l’hanno portato negli ultimi giorni a collocarsi ad alte latitudini. Tale elevazione ha portato una graduale discesa d’aria fredda verso il nord Europa lungo il bordo orientale della stessa struttura altopressoria.
Un notevole rilascio d’aria fredda da parte del Vortice Polare, che una volta giunta sull’Europa centro-orientale si è gradualmente isolata in un potente nucleo autonomo, per via del progressivo coricamento dell’Anticiclone sui paralleli, andando a ricoprire le terre scandinave.
Tale vortice molto freddo per il periodo si è rivelato una spina nel fianco che nelle ultime 24-36 ore è piombata dove meno era nelle attese almeno inizialmente, ovvero pienamente sui mari italiani.
Le conseguenze sono state ben descritte anche dalle cronache dei mass-media che hanno dato ampio risalto a quello che è da catalogare un evento freddo intenso di notevole precoce rarità per il periodo, praticamente senza precedenti della stessa rilevanza negli ultimi vent’anni.
Totalmente impreparati i cittadini che, nel giro davvero di una manciata di ore, si sono ritrovati a dover passare dagli indumenti leggeri ancora quasi estivi a quelli tipicamente invernali. E da più parti vi sono richieste d’urgenza per le accensioni dei riscaldamenti, considerando che data d’accensione negli uffici pubblici e nelle scuole risulta fissata di norma ad inizio novembre per le regioni del Centro e per metà novembre per quelle del Sud ed Isole.
La neve è l’aspetto principale di questa penultima domenica d’ottobre. Ieri ha colpito le regioni centrali fino a quote medio-basse collinari, mentre quest’oggi si è presentata sempre a quote di tutto rilievo dapprima in Sardegna, poi in alcune zone del Sud.
Nella notte passata difatti il nucleo più freddo secondario in quota, pari ad isoterme di circa -30°C a quasi 5500 metri, è giunta verso la Sardegna gettandosi fin verso le coste tunisine, una dinamica di rara bellezza. Ciò ha favorito l’immediata formazione di un relativo minimo depressionario anche al suolo sulla Sicilia, in costante approfondimento.
Nella fascia di maggior contrasto vi sono state le maggiori precipitazioni, dunque sul sud. Ha goduto di condizioni particolarmente perturbate la Campania, con precipitazioni nevose fino a quote medio-basse collinari (ben imbiancato anche il Vesuvio).
La regione campana è stata favorita da uno schema barico congeniale, con flusso di richiamo da S/SW alle quote medio-alte (per polo depressionario freddo tra Sardegna e Sicilia) ed entrata delle correnti fredde orientali nei medi-bassi strati. Un mix favorevole a rinvigorire le precipitazioni che, trovando aria fredda nelle quote più basse, hanno avuto modo di generare queste sorprese bianche da favola.
Non sono mancate ulteriori precipitazioni anche sui versanti del medio Adriatico, ben esposti rispetto al flusso orientale. La neve è giunta anche in queste zone a quote rilevanti, anche in Molise.
Ora la costante della prossima settimana sarà la complessiva instabilità per il medesimo vortice che sarà duro a morire, addirittura in risalita tale da coinvolgere il Triveneto e probabilmente le restanti aree del settentrione.
L’aria ancora così fredda alle quote più alte dell’atmosfera sta favorendo un’ulteriore intensificazione dell’area depressionaria al suolo (al momento segnalata sempre sulla Sicilia nord/occidentale), per il formidabile contrasto rispetto alle superfici marine ancora calde.
Vortice depressionario che tenderà a ripescare aria più temperata mediterranea lungo il suo bordo orientale, inevitabile benzina per dare ulteriore energia. Ed infatti alcune elaborazioni modellistiche evidenziano per la mattina di domani l’approfondimento notevole ulteriore del minimo barico fino a valori localmente al di sotto dei 985 hPa poco al largo della Puglia.
Ne conseguirebbe ulteriore maltempo, che andrebbe ad insistere per vari giorni della prossima settimana entrante. In compenso le temperature pian piano risaliranno per l’assenza di ulteriori alimentazioni fredde dalle alte latitudini, ove permarrà il possente dominio Anticiclonico.