I giorni ed i mesi passano e la maggior parte delle coscienze non si preoccupa della condizione meteorologica passata, attuale e futura, ancor più adesso che la bella stagione incalza e la condizione di un clima caldo e soleggiato diventa una necessità.
Nel frattempo, mentre la vita quotidiana scorre, il clima si evolve e muta gli aspetti climatici globali in modo silenzioso ed efficace, apportando di anno in anno sempre più stravolgimenti alla natura che, per ora, si riflettono in costi di gestione risorse sempre più elevati per l’uomo.
Ma fino a quando l’essere umano potrà sopperire al riscaldamento globale, ai deficit pluviometrici, etc, compensando con ingenti spese o con il raziocinio dell’energia?
L’estate 2003 è divenuta sinonimo di terrore per l’Europa e l’Italia in particolare: una vasta area alto-pressoria di matrice africana si impossessò del Mediterraneo impedendo alle correnti atlantiche di penetrare nella penisola; il tipo di promontorio anticiclonico inibì lo sviluppo di celle temporalesche favorendo il ristagno di aria umida nei bassi strati.
L’Italia si trovò ad affrontare un estate decisamente sopra le medie termiche, con molte massime over 30/33°C, clima afoso ed un deficit pluviometrico generalizzato; a conclusione di una anomalia termica considerevole, verso il finire dell’estate, l’enorme energia a disposizione si manifestò con temporali di poderosa intensità, ancora una volta dimostrando l’eccezionalità della fenomenologia.
L’aprile 2007, séguito ad una finale marzolino caldo ed asciutto, mostra una anomalia termica straordinariamente interessante e preoccupante, in particolare al nord Italia: le medie mensili sono state superate di 4/7°C, rispettivamente nei valori minimi e massimi, con punte di 10/12°C sopra la media delle massime in alcune località.
Possiamo quindi pensare ad una correlazione tra l’estate ventura e l’estate 2003?
Ad oggi non siamo in grado di proporre un quadro evolutivo per il trimestre estivo 2007 perciò ritengo che fare paragoni e previsioni sia troppo avventato.
Purtroppo è giusto segnalare che il monitoraggio degli indici teleconnettivi mostra una possibilità non molto remota di un proseguo stagionale caldo, segnato da blocchi della circolazione occidentale durevoli (anticicloni che bloccano il transito delle perturbazioni da ovest verso est).
Attualmente la fase calda non è stata provocata da anomalie geo-potenziali e termiche troposferiche bensì da una stantìa posizione del promontorio africano, il quale ha inibito l’afflusso di correnti oceaniche e permesso un graduale innalzamento delle temperature.
La condizione descritta è figlia di una sinottica molto complessa che non lascia presagire nulla di buono per la nostra penisola.
Il VPS (vortice polare stratosferico) è stato per diversi mesi molto intenso, come in altre annate calde, e il suo rallentamento appare addirittura più lento, più ostico da debellare.
La stagione che incalza non riesce a sfruttare la forza stratosferica, non avendo a disposizione un andamento meridiano (da nord a sud e viceversa) pronunciato delle onde di Rossby (ondulazioni della circolazione generale dell’atmosfera), in graduale ritiro con la bella stagione, trovandosi ad affrontare, in tal caso, una situazione polare che non giova agli influssi atlantici ed alla stagione estiva futura.
Questo perché l’attività ancora fervente a quelle latitudini potrà imprimere un andamento AO/NAO (oscillazione artica/oscillazione nord atlantica) positivo, realizzando un modello teleconnettivo capace di instaurare una condizione zonale poco redditizia alle fluttuazioni ed alle precipitazioni.
In questa condizione barica trova giovamento l’ITCZ, ovvero la zona di convergenza inter-tropicale, diretta responsabile delle avanzate delle alte pressioni di matrice africana; l’index è da mesi oltre media, interessando fasce territoriali sempre più a nord e trovando, in questa sua avanzata, una disposizione zonale atta all’espansione di promontori anticiclonici senza il disturbo di correnti oceaniche.
Il proseguo del mese sembra ancora mostrare la possibilità di un cambio atmosferico ma, con il passare dei giorni, si manifesta in modo sempre più evidente una nuova azione anticiclonica da sud-ovest, in aggancio con l’aria calda di matrice meridionale.