Il mese di maggio sta per abbandonarci ed entra così l’estate climatica; ma le temperature sono già su valori pienamente estivi su una vasta porzione del vecchio continente, Centro-Nord italiano incluso.
Il graduale moto retrogrado dell’imponente “cut-off” anticiclonico, sviluppatosi sull’Alaska a fine aprile, ha dato luogo ad un vasto e persistente anticiclone sull’Asia settentrionale nelle prime due decadi di questo mese, associato ad anomalie positive di geopotenziale di oltre 250 m sulla superficie isobarica a 500 hPa. Nell’ultima decade di maggio queste marcate anomalie, in fase di parziale attenuazione, hanno continuato a marciare “contro corrente”. Si sono così portate sul nostro continente fondendosi con un giovane promontorio subtropicale, sviluppatosi a partire dal 24-25 maggio nel settore sud occidentale europeo e sul Mediterraneo occidentale.
Lo sviluppo di HP subtropicali sull’Europa sud occidentale è favorito dalla presenza di acque superficiali troppo calde sull’Atlantico a nord dell’equatore, che determina attività temporalesca particolarmente intensa a nord del Golfo di Guinea e sull’Atlantico intorno ai 6 gradi di latitudine nord. Il “forcing” di matrice tropicale viene esaltato dal transito, nella fascia inter-tropicale africana, della fase attiva dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO “Madden Julian Oscillation”, in moto verso levante
L’allontanamento verso l’Oceano Indiano della fase attiva della MJO renderà possibile lo sviluppo di tifoni, prima sul Mare Arabico, poi sul Golfo del Bengala. L’attenuazione dell’attività convettiva sull’Africa, sta già determinando un indebolimento delle forzature di matrice tropicale che alimentano l’onda planetaria anticiclonica che insiste da giorni su gran parte dell’Europa.
Il protagonista principale della scena meteorologica centro-nord europea tende così a diventare il vortice polare, andato incontro, specie negli ultimi giorni di maggio, ad una marcata scissione.
Nell’alta troposfera boreale, l’accentuato “splitting” del VP è stato innescato dalla strutturazione di una vasta cellula di alta pressione in sede artica, prodotta da ripetuti “cut-off” anticiclonici alimentati da protrusioni anticicloniche dal Nord America.
Nella media ed alta troposfera si sono così sviluppate due vaste conche depressionarie. La prima, collocata sull’Oceano Pacifico settentrionale, con minimo principale presso Isole Aleutine, si allunga verso le medie latitudini del Pacifico centrale con una vasta saccatura, in fase con “forcing” termici sostenuti dalle anomalie termiche negative del Pacifico centro-occidentale. La seconda abbraccia l’Arcipelago Canadese orientale, l’alto Oceano Atlantico e l’Europa nord-orientale.
Questa disposizione dei VP alimenta due vigorose bande di “westerlies” perturbati. Intensi “jet stream” del fronte polare provenienti dagli Stati Uniti orientali attraversano le medie latitudini dell’Atlantico, l’Europa settentrionale e la Siberia occidentale. Un’altra corrente a getto polare proveniente dal Giappone raggiunge gli States occidentali nord americani dopo aver attraversato l’Oceano Pacifico.
Sugli USA sud orientali, i sistemi perturbati che si muovono nel letto del “jet stream” polare in confluenza con la corrente a getto subtropicale, continueranno a generare, nel medio termine, forti ondate di maltempo, grazie anche all’apporto di notevoli quantità di vapore dal Golfo del Messico la cui superficie è anormalmente calda.
Anche il settore pacifico dell’Asia (specialmente la Cina sud orientale, il Giappone e la Corea) sarà investito da forti perturbazioni associate alla confluenza tra “jet stream” polare e corrente a getto subtropicale.
Gli intensi “westerlies” perturbati provenienti dal Pacifico, grazie anche all'”effetto stau”, daranno ancora luogo a tempo particolarmente piovoso sugli stati nord americani che si affacciano sul Pacifico, fatta eccezione per la California che sarà interessata solo marginalmente dai sistemi perturbati più estesi.
Le perturbazioni atlantiche, sempre nel medio termine, investiranno l’Europa settentrionale (in modo particolare le Isole Britanniche) e, a tratti, anche quella centrale ed orientale.
Risulta particolarmente arduo pronosticare le dinamiche troposferiche del Nord Emisfero nel lungo termine e, in parte, anche nel medio termine.
Con l’avanzare della stagione, la circolazione atmosferica dell’Emisfero Boreale è sempre più influenzata dai “forcing” di matrice tropicale, i quali, a loro volta, sono legati all’attività convettiva tropicale. Purtroppo l’attività tropicale, a tutt’oggi, non viene prevista con sufficiente precisione dai modelli.
L’oscillazione intrastagionale tropicale MJO, particolarmente intensa dalla fine dell’inverno, sta ora subendo un rapido indebolimento. Di conseguenza, le forzature d’origine tropicale saranno sempre meno influenzate dalla MJO e risentiranno invece in misura maggiore delle anomalie termiche superficiali degli oceani tropicali. In modo particolare, le acque dell’Atlantico, più calde del normale tra l’Africa nord occidentale e le coste del Centro America, potranno favorire lo sviluppo di HP subtropicali sull’Europa sud-occidentale.
Al tempo stesso, la riduzione dei geopotenziali in atto nell’alta troposfera equatoriale potrà indurre un indebolimento dell’attività tropicale e, quindi, un minore vigore delle alte pressioni subtropicali.
Inoltre, l’attuale discesa a latitudini più basse del normale, della fascia di convergenza intertropicale (ITCZ) sull’Africa, potrà ostacolare lo sviluppo delle HP subtropicali sull’Europa meridionale.
Probabilmente, nel medio-lungo termine, l’Europa sarà teatro di scontro tra il VP, che continuerà a dettar legge sul Nord Europa e sull’Atlantico settentrionale, e le alte pressioni con radici africane che tenderanno a rafforzarsi soprattutto sul settore centro-occidentale del Mediterraneo. Tra questi grandi centri d’azione si svilupperà un intenso flusso occidentale e nord occidentale ondulato che porterà, come sopraccennato, tempo instabile, a tratti anche perturbato, sull’Europa centro-settentrionale e orientale.