Torino e la neve, un rapporto che alcuni decenni or sono era molto era costante nell’inverno. La città dell’alta Val Padana appariva sovente ammantata di bianco, con la vista offuscata dalle gelide foschie del pomeriggio.
Nelle epoche recenti, la neve aveva dimenticato di poggiarsi di frequente sui tetti, le strade, gli alberi cittadini. Il sole invernale spesso era implacabile, illuminava da mattina a sera la metropoli e le montagne attorno.
L’attesa della neve diveniva snervante, e per le Olimpiadi invernali, organizzate in ogni minimo dettaglio, era condivisa da tutti gli italiani.
Ieri, ecco che di nuovo una nevicata di questo inverno in città. La zona era ai limiti della possibilità che accadesse una nevicata. Qualche giorno prima, era maturata la possibilità di un simile evento, ma poi, con la previsione di un maggiore apporto d’aria mite, la neve domenicale su Torino perdeva probabilità di cadere.
Quasi con stupore, questa zona d’Italia, quasi incastonata fra i monti, ha tenuto il freddo; il tiepido Libeccio o Scirocco che spazzavano la Val Padana ed il Nord, hanno portato dapprima una fitta pioggia, poi nevischio ed in seguito gran neve che durante la serata cresceva in temporale con neve.
Su tutto il settore occidentale del Nord Italia, c’era un balletto di correnti, ora miti, ora fredde e frammiste a lampi, tuoni e grandine.
Si erano scatenati oltre una decina di temporali sul settore occidentale del Nord, in talune località pareva una serata d’agosto, con tuoni da far vibrare i vetri, lampi accecanti e saette che squarciavano il cielo.
Torinesi e piemontesi ci hanno domandato come fosse possibile un temporale con la neve: un fenomeno eccezionale per la zona in febbraio, specialmente sotto una nevicata.
I temporali sono generati dalle nubi cumuliformi. I cumulonembi sono si sviluppano dal rapido movimento delle masse d’aria: quando transita un fronte freddo, scalza via l’aria più calda che è costretta a salire e si formano le nubi cumuliformi.
Nel pomeriggio di ieri, l’aria fredda d’origine artica che seguiva il fronte freddo, ha superato la barriera alpina, ha raggiunto la Val Padana occidentale e si sono avuti diffusi temporali dalla Liguria al Piemonte, alla Lombardia.
Alcuni ammassi nuvolosi misuravano picchi di -60°C nella loro sommità.
Un fenomeno atmosferico che per questa regione maschera una maggiore variabilità del tempo atmosferico, e l’avvio d’un tempo forse meno invernale.
I temporali sono rari d’inverno sull’Italia settentrionale, specie nel settore centro occidentale, sarebbero più comuni a marzo, quando danno avvio ad un cambiamento del tempo che gradualmente sarà meno diffusamente invernale.
Eppure le prospettive del tempo che ci sarà in settimana, non hanno alcun cenno di Primavera.
Ciò suggerisce che non si fanno previsioni del tempo sulla base di quelle osservate. Oggi su Torino c’è ancora molta neve, sono innevate molte località del Piemonte, comprese le rive del Lago Maggiore.
Il temporale con la neve è un fenomeno che può succedere laddove transitano cumulonembi e si verificano condizioni di instabilità. Il temporale non indica la Primavera imminente, e quelli successi da qualche giorno in Val Padana, sono stati generati dal combinarsi di aria d’origine artica con quella più mite del Mar Mediterraneo.
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