E’ affascinante come la natura spesso segua degli schemi scanditi da tempi e scadenze la cui precisione rimane per tutti gli amanti della scienza e della natura un esempio inarrivabile di efficienza davanti alla quale l’uomo può solo inchinarsi. In questi giorni, davanti ai nostri occhi distratti dalle vicende abbastanza noiose di una “normale” primavera europea, si possono notare con attenzione i primi segni dell’inizio di un fenomeno che da migliaia di anni garantisce la vita e la prosperità a un intero popolo affascinante e pieno di storia: il popolo indiano.
L’India è un paese sconfinato caratterizzato da una posizione geografica posta a cavallo fra il 5° e il 35° di latitudine NORD. Esso dunque si trova quasi totalmente compreso a cavallo del Tropico del Cancro, alla stessa latitudine alla quale si trova il deserto del Sahara, e in genere qualunque altro deserto caldo mondiale, e invece, l’India possiede rigogliose foreste e grandi fiumi fra i quali ricordiamo il famoso Gange, sacro per le popolazioni Indù.
Inoltre il suo territorio, vastissimo, accoglie una popolazione stimata attorno al miliardo di persone, migliaia e migliaia di volte maggiore a quella, nomade, caratterizzante le regioni desertiche insistenti sugli stessi paralleli ma su diversi meridiani.
In questo articolo spiegheremo le cause di questo vero e proprio miracolo meteorologico che crea vita dove dovrebbe esserci solo deserto. Per capire come si compie il miracolo, analizzeremo la carta di analisi di GFS del 10 maggio 2005 e quelle di previsione a sette giorni per la regione Indiana.
Analizzando la carta di analisi a 500 hPa l’India appare avvolta da una tipica alta pressione tropicale, compresa fra i 1010 e i 1005 hPa e caratterizzata da geopotenziali altissimi e temperature di poco inferiori allo 0 (ricordiamo che l’altezza alla quale si riferiscono i dati è compresa fra i 5000 metri e i 6000). In condizioni normali l’India sarebbe destinata a essere uno dei deserti più aridi del pianeta, come se non più del Sahara, anche perché ogni possibile mescolamento dell’aria dovuto a infiltrazioni di aria più fresca da nord verrebbe bloccata dall’imponente massiccio dell’Himalaya. Ma proprio la presenza del massiccio più alto del mondo (vette a più di 8000 metri e altopiano vastissimo a 5000) unitamente alla presenza dell’oceano più caldo del pianeta regalano all’India uno dei fenomeni meteorologici più affascinanti del pianeta: il Monsone. Esso sarà il protagonista atteso spasmodicamente da un miliardo di persone alla fine di un percorso contraddistinto da aridità e calura insopportabili, come premio e quasi espiazione, di un popolo che ogni anno aspetta il miracolo che gli permette di sopravvivere e continuare una storia millenaria.
Infatti il periodo che stiamo vivendo ora noi europei contraddistinto dai primi tepori estivi e da un clima forse fra i più gradevoli dell’anno, per gli Indiani costituisce il famigerato Periodo Intermonsonico, contraddistinto da calma di vento (come si può rilevare dalle carte di questi giorni e dalle previsioni ancora per almeno sette giorni), fattore che aggrava ulteriormente il clima continentale Indiano e che consente il raggiungimento di temperature anche oltre i 40°C al suolo in diverse zone della regione.
Contemporaneamente però una zona bassa pressione orografica di 1000 hPa proprio in questi giorni inizia a formarsi proprio a ridosso dell’Himalaya: è il segno che il miracolo inizia a manifestarsi, infatti ingentissime quantità di vapor d’acqua provenienti dall’Oceano indiano con il passare del tempo si invorticheranno attorno a questa bassa pressione orografica che si approfondirà, venendo sollevate e sbattute contro il massiccio Himalayano, che le raffredderà condensandole in piogge di intensità e durata incomparabili con qualsivoglia fenomeno atmosferico che si possa registrare ogni giorno nel mondo, le cosiddette “Piogge Monsoniche”.
Stesso copione si ripeterà sull’India meridionale, attorno al massiccio del Gathi.
Dunque questi giorni, ma molto più ancora i prossimi, costituiscono per l’India un tempo di attesa e speranza, un tempo pieno di misticismo e di preghiera che si ripete immutato da migliaia di anni e che ruota attorno a uno degli eventi naturali più affascinanti che Madre Natura ci regala.