Siamo nel sud della penisola balcanica, in questa nazione grande circa 1/3 dell’Italia, con una forma vagamente rettangolare, compresa all’incirca fra il 41° e il 43° parallelo. A est la Bulgaria si affaccia sul Mar Nero, a nord il Danubio la divide per un lungo tratto dalla Romania, a ovest è divisa dalla Jugoslavia dai Monti Balcani, che piegano poi a est nei Monti Balcani Centrali, culminanti nei 2384 metri del Botev, che separano, con i contigui e più bassi Piccoli Balcani, la pianura danubiana da quella della Mariza, fiume che traversa il sud bulgaro da ovest a est per piegare verso l’Egeo, dove sfocia, all’altezza del confine turco.
Il confine occidentale con la Macedonia, quello meridionale con la Grecia e un po’ tutto il settore sud-occidentale del paese sono occupate da massicci montuosi (Vitosha, la montagna di Sofia, Rila, Pirin, Rodopi) culminanti nel Rila nei 2925 metri del Mussala, massima elevazione di tutti la penisola balcanica.
La latitudine piuttosto meridionale non deve ingannare riguardo al clima invernale del paese. Soltanto la costa sul Mar Nero, l’estremo sudest del paese (verso il confine con la Turchia) e la valle del fiume Struma, presso il confine macedone, hanno temperature medie in gennaio superiori allo zero, mentre il resto del paese è compreso tra 0° e -5°C (esprimeremo in °C tutti i dati termici), con le temperature che, a parità di altitudine, sono di circa 1° inferiori sulla piana danubiana rispetto a quella della Mariza.
E’ noto che tutta la penisola balcanica ha inverni molto più rigidi rispetto all’Italia, a parità di latitudine, in quanto la posizione geografica la rende molto più spesso soggetta a irruzioni fredde da est/nordest che non ad avvezioni di aria mite dall’Atlantico. Questo a maggior ragione vale per la Bulgaria, le cui montagne sui confini occidentali creano un ulteriore barriera alle correnti atlantiche e comunque le costringono a sollevarsi, facilitando in inverno fenomeni di inversione termica su cuscinetti di aria fredda al suolo, precedentemente giunti da est, con conseguenti precipitazioni, generalmente diffuse ma deboli, nevose nell’entroterra e talvolta fin sulle coste del Mar Nero. Proprio in Bulgaria e Macedonia l’isoterma invernale 0° tocca il punto più meridionale, scendendo fino al 41° parallelo, con l’eccezione della valle della Struma, dove le correnti da sud provenienti dall’Egeo mantengono la media invernale sui 2°-3°.
Le nevicate più copiose avvengono quando a espansioni dell’anticiclone russo-siberiano, qui assai più frequenti che in Italia, con conseguente aria fredda convogliata verso i Balcani, si accompagnano figure depressionarie sulla Grecia e sull’Egeo. Si tratta di situazioni simili a quelle favorevoli alle nevicate sul nostro sud (in questo caso il minimo è in genere sullo Ionio), ma se da noi spesso sulle coste cade pioggia e la neve si ha solo oltre i 4-500 metri, sui Balcani le masse d’aria da est/nordest giungono un po’ più fredde, tanto che questa situazione provoca in genere nevicate fin sulle coste nel periodo dicembre/febbraio e talvolta ancora in marzo.
Se al transito della perturbazione segue l’afflusso di aria fredda più secca si assiste al ristabilirsi di condizioni di bel tempo, ma l’effetto albedo, sommandosi al naturale ristagno dell’aria fredda, più pesante, nelle conche e nelle valli, in questi casi porta i valori termici notturni anche sotto i -15°, con formazione di ghiacci sui fiumi, Danubio compreso, come accaduto nel gennaio 2002, dopo la grande nevicata di inizio mese (quella che seppellì anche Atene) o nel dicembre 2001, nei giorni successivi al famoso “blizzard” che interessò anche l’Italia (in quel mese Sofia ha toccato i -20° e Plovidv i -19°).
L’importanza delle inversioni termiche nel determinare il freddo invernale è evidente confrontando la temperatura media di gennaio di Pleven, nella piana verso il Danubio, e del non lontano Monte Botev. Questo, 2300 metri più in alto, ha un valore medio di soli 6,6° inferiori a Pleven (-7,5° contro -0,9°). Questa stessa differenza in aprile sale a 14,2°. Nelle pianure e sulle colline infatti, una volta sciolta le neve, la forte radiazione del sole primaverile fa rapidamente salire le temperature, pur con brevi e improvvisi ritorni d’inverno con le ultime irruzioni di aria fredda.
In estate solo le regioni più elevate hanno temperature medie inferiori a 15°. Comprese tra l’isoterma 15° e la 20° sono le zone collinari del settore sudoccidentale e le pendici dei Monti Balcani, mentre le pianure del Danubio e della Mariza, la valle dello Struma e tutta la fascia costiera superano i 20°, anche ampiamente nel sud.
Le precipitazioni sono comprese in tutto il paese tra i 500 e i 1000 mm, superati solo in alcune aree dei Balcani centrali. Si nota una leggera prevalenza di piogge primaverili nell’interno e autunnali sulla costa. Particolarmente nel sud e sulle coste si ha un minimo estivo, soprattutto in stagione avanzata (agosto e settembre).
Il clima bulgaro complessivamente può essere definito temperato fresco, tendente a continentale nelle zone interne e a mediterraneo sulla costa del Mar Nero, in particolare sotto il 42° parallelo.
Sofia, la capitale, sorge a 586 metri s.l.m., ai piedi del Monte Vitosha. Le temperature medie sono: gennaio -1,1°, aprile 10,2°, luglio 20,1°, ottobre 10,5°, anno 9,9°. Le precipitazioni ammontano a 575 mm/anno, con massimo in maggio/giugno (70-80 mm) e minimi in ottobre e gennaio/febbraio (circa 35 mm).
Nella piana della Mariza, a sud dei Balcani, Plovdiv (179 metri) ha 1,0° in gennaio, 12,3° in aprile, 23,1° in luglio, 12,9° in ottobre (12,4° la media annua). Precipitazioni: 520 mm/anno, con minimi in tarda estate e tardo inverno (30 mm in febbraio, agosto e settembre) e massimi tardo-primaverili (70 mm in maggio, 62 in giugno).
Burgas, sempre nel sud ma sul Mar Nero, ha 2,6° in gennaio, 11,1° in aprile, 22,5° in luglio, 13,9° in ottobre (12,5° la media annua). Cadono 570 mm/anno, con minimo in estate (28 mm in agosto, 38 in settembre, 41 in luglio) e massimi in autunno (66 mm novembre, 53 mm ottobre) e tarda primavera (60 mm giugno). Sul Mar Nero, ma più a nord, Varna ha un mezzo grado in meno un po’ tutto l’anno (11,8° la media annua) e regime pluviometrico diverso, con un totale di circa 500 mm, valori estivi simili ma ripresa autunnale più tardiva (ottobre secco, novembre 57 mm, dicembre 60, massimo annuo) e picco secondario tardo-primaverile meno pronunciato (giugno 48 mm).
Pleven, nella piana verso il Danubio, ha queste temperature: gennaio -0,9°, aprile 12,3°, luglio 23,0°, ottobre 12,3° (anno 11,8°). Rispetto a Plovdiv, simile per altitudine e distanza dal mare ma posta a sud della catena dei Balcani, evidente il maggior freddo invernale. Le precipitazioni: 533 mm/anno, con periodo più piovoso da maggio a luglio (massimo in giugno con 68 mm) e più secco da agosto a ottobre (minimo 33 mm in settembre) e in febbraio (34 mm).
Vratza rispetto a Sofia si trova a nord dei Monti Balcani e 250 metri più bassa, tuttavia ha inverni ugualmente freddi (-1,0° in gennaio), a conferma della protezione, seppure relativa, che offre questa catena. Per il resto abbiamo 11,4° in aprile, 22,0° in agosto (luglio 21,8°), 12,0° in ottobre, 11,4° di media annua, quindi più caldo che a Sofia, per la minore altitudine. Precipitazioni di 780 mm/anno, con massimo in maggio (101) ma piovosi anche giugno e luglio (oltre 80 mm); minimo invernale in gennaio e febbraio (45-50 mm).
La maggiore vetta dei Monti Balcani, il Monte Botev (m 2384) ha -7,5° in gennaio (ma -8,3° in febbraio), -1,9° in aprile, 7,8° in agosto, 1,9° in ottobre (-0,3° la media annua). Cadono 952 mm/anno di pioggia (che diventa neve in genere da metà ottobre a inizio maggio), con minimo in gennaio (43 mm) e ottobre (45) e massimo in giugno (135 mm); molto piovosi anche maggio e agosto, oltre i 100 mm.
Il Mussala, tetto del paese e di tutta la penisola balcanica coi suoi 2925 metri, ha una media annua di -2,9° (gennaio -9,6°, febbraio -10,4°, aprile -4,6°, luglio 4,8°, ottobre -0,3°). Qui le precipitazioni (932 mm/anno) sono nevose in genere da inizio ottobre a metà maggio, ma talvolta anche in estate. Diversissimo il regime rispetto al Botev, con inverno ricchissimo di neve (dicembre 106 mm, gennaio 117, febbraio 90, marzo 104, aprile 97) e estate e inizio autunno asciutti (luglio 50 mm, agosto 48, settembre 21, ottobre 36).
Da questa descrizione del clima bulgaro appare evidente come il paese si presti sia a soggiorni balneari estivi sul Mar Nero, favoriti dalle temperature elevate dell’aria e dell’acqua e dalla ridotta piovosità, sia a vacanze in montagna tanto invernali (gli impianti sciistici non mancano, anche se in genere meno moderni rispetto a quelli delle stazioni alpine) quanto estive. Interessante la capitale, Sofia.
Ricordo brevemente che la lingua bulgara, appartenente al ceppo slavo, è scritta in alfabeto cirillico e che la religione più professata è di gran lunga quella cristiano-ortodossa.
Informazioni su Internet ai portali www.bulgaria.com (qui si trova anche l’indirizzo dell’ambasciata bulgara a Roma) e www.discover-bulgaria.com (disponibile in inglese).