La causa del peggioramento ulteriore del tempo, già nelle ore precedenti pioveva diffusamente, anche se debolmente, è attribuibile al transito di una linea di instabilità atmosferica, ovvero un fronte seguito da aria più fredda di quella preesistente.
Esistono diverse tipologie di temporale tra cui quelli convettivi, dovuti alla sola locale risalita convettiva di masse d’aria calda (convezione) e non associati al transito di un fronte. Questi sono i classici temporali pomeridiani o serali della stagione calda, chiamati anche temporali di calore.
Come accennato, nel pomeriggio di ieri, nel Nord Italia è transitato un fronte freddo, ed i temporali che ha innescato sono definiti “temporali frontali”. In tale circostanze si realizza una famiglia di temporali in coincidenza della linea del fronte. In passato queste manifestazioni venivano denominate linee di groppo, ma con l’ormai sempre più diffusa, purtroppo, terminologia tecnica anglosassone, tali linee temporalesche sono chiamate squall-line, parola forse più efficace.
Il fenomeno temporalesco ha prodotto una marcata attività elettrica, con numerosi fulmini, non riconducibili ad una situazione fuori stagione.
Va segnalato che i forti moti verticali costruivano enormi cumulonembi che già all’altezza di 800 hPa (approssimativamente 1900 metri) avevano valori sotto gli 0°C. Il top delle nubi ha misurato valori inferiori ai -40°C, mentre a circa 5500 metri vi erano circa -25°C. In termini essenziali, gran parte del cumulonembo del temporale, il cui tetto può salire ben oltre gli 8000 metri, viveva con temperature negative. E’ riconducibile a ciò la frequente presenza di grandine e la caduta di neve nelle Alpi, fin sotto i 1500 metri nella tarda serata sul settore orientale.
La grandine è stata osservata, per tal motivo, in molte circostanze, ma è caduta con chicchi generalmente più piccoli di 10 millimetri, non essendovi state situazioni convettive marcate come quelle successe questi giorni in Germania, Benelux e Spagna, dove le temperature al suolo erano ben maggiori di quelle di ieri in Val Padana.
Quello successo ieri, è stato un fenomeno tipicamente primaverile, con temporali di natura frontale.
Questi fenomeni sono prevedibili non a risoluzione locale, infatti, per taluni analisti la massima fenomenologia sarebbe dovuta avvenire in Friuli, ma si è distribuita specialmente in Lombardia, in Veneto e Trentino.