Ogni evento atmosferico obbedisce a tutta una serie di variabili, che ne determinano la durata, l’intensità, la direzione, insomma la sua anima è appesa a tutta una serie di coincidenze che ne possono segnare la storia. Le irruzioni fredde nel nostro paese non sfuggono a questa regola, e se è possibile sono connotate, forse più che in ogni altra parte del pianeta, a tutta una serie di variabili locali, che rendono la previsione di eventi nevosi, quasi inafferrabile, sfuggente, e avvolgono ogni evento nevoso eccezionale con un alone di eticità quasi romanzesco.
E’ facile dunque nel nostro paese, che un evento nevoso eccezionale, entri di diritto nella storia del nostro costume e rimanga inciso nella memoria di tutti, e venga addirittura tramandato di padre in figlio, come una tradizione di famiglia.
La nevicata del 1956 assume poi nell’immaginario collettivo italiano un posto di primaria importanza, perché è legato ad un evento che colpì l’intero stivale, segnando con episodi e aneddoti tutti diversi l’intero paese e tutte le culture che ivi erano depositate.
La mappa di reanalisi dell’8 febbraio 1956, quando gran parte dell’Europa stava subendo gli effetti di quella che si sarebbe ricordata come una delle più grandi ondate di gelo della storia recente del continente. Fonte archivio MeteoGiornale.
Questo reportage non porrà l’accento sulle leggende e gli aneddoti di quell’evento, ma sulle cause climatologiche che lo generarono, altrettanto epiche e straordinarie. Ogni evento freddo eccezionale nel nostro paese deve essere accompagnato da alcuni eventi climatici favorevoli affinché esso sia eccezionale. Prima di tutto l’evento deve possedere la materia prima perché sia eccezionale, questa materia prima è il freddo.
Durante i periodi invernali, non è raro che masse di aria molto fredda si stacchino dalle alte latitudini e entrino con prepotenza nello scenario europeo. La potenza di queste masse può essere maggiore o minore, e la scaturigine di queste avvezioni è ancora alquanto oscura. Si parla oggi di stratworming, cioè di anomali riscaldamenti della stratosfera in prossimità del polo che inneschino al suolo la formazione di alte pressioni che pilotino poi la discesa di masse d’aria gelida verso latitudini inferiori, ma questa ipotesi non è del tutto provata. Una volta però che il fiume gelido varca il suolo europeo, esso può subire vari destini, questi destini sono decisi dalle figure bariche che ne determinano la direzione, l’intensità e la durata.
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Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli
Ogni evento atmosferico obbedisce a tutta una serie di variabili, che ne determinano la durata, l’intensità, la direzione, insomma la sua anima è appesa a tutta una serie di coincidenze che ne possono segnare la storia. Le irruzioni fredde nel nostro paese non sfuggono a questa regola, e se è possibile sono connotate, forse più che in ogni altra parte del pianeta, a tutta una serie di variabili locali, che rendono la previsione di eventi nevosi, quasi inafferrabile, sfuggente, e avvolgono ogni evento nevoso eccezionale con un alone di eticità quasi romanzesco.E’ facile dunque nel nostro paese, che un evento nevoso eccezionale, entri di diritto nella storia del nostro costume e rimanga inciso nella memoria di tutti, e venga addirittura tramandato di padre in figlio, come una tradizione di famiglia. La nevicata del 1956 assume poi nell’immaginario collettivo italiano un posto di primaria importanza, perché è legato ad un evento che colpì l’intero stivale, segnando con episodi e aneddoti tutti diversi l’intero paese e tutte le culture che ivi erano depositate. La mappa di reanalisi dell’8 febbraio 1956, quando gran parte dell’Europa stava subendo gli effetti di quella che si sarebbe ricordata come una delle più grandi ondate di gelo della storia recente del continente. Fonte archivio MeteoGiornale. Questo reportage non porrà l’accento sulle leggende e gli aneddoti di quell’evento, ma sulle cause climatologiche che lo generarono, altrettanto epiche e straordinarie. Ogni evento freddo eccezionale nel nostro paese deve essere accompagnato da alcuni eventi climatici favorevoli affinché esso sia eccezionale. Prima di tutto l’evento deve possedere la materia prima perché sia eccezionale, questa materia prima è il freddo. Durante i periodi invernali, non è raro che masse di aria molto fredda si stacchino dalle alte latitudini e entrino con prepotenza nello scenario europeo. La potenza di queste masse può essere maggiore o minore, e la scaturigine di queste avvezioni è ancora alquanto oscura. Si parla oggi di stratworming, cioè di anomali riscaldamenti della stratosfera in prossimità del polo che inneschino al suolo la formazione di alte pressioni che pilotino poi la discesa di masse d’aria gelida verso latitudini inferiori, ma questa ipotesi non è del tutto provata. Una volta però che il fiume gelido varca il suolo europeo, esso può subire vari destini, questi destini sono decisi dalle figure bariche che ne determinano la direzione, l’intensità e la durata. Continua… Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Fiorentino Marco Lubelli Inizio Pagina