Non ci sono dubbi nel considerare il periodo che va approssimativamente dal 1000 al 1200 come quello più caldo dell’ultimo millennio (anche se alcuni scienziati sostengono che attualmente le temperature medie sono simili a quelle misurate all’epoca).
Un paragone con il periodo di caldo attuale non può essere fatto, ovviamente, per via diretta, a causa della mancanza di misurazioni strumentali dell’epoca (i termometri vennero inventati soltanto alla fine del ‘500, ad opera di Galileo).
Tuttavia, sappiamo da varie documentazioni storiche che il periodo compreso tra il 1000 ed il 1200, ed in particolare il Secolo intercorso tra l’anno 1000 ed il 1100, fu veramente quello in cui le temperature toccarono il loro apice di caldo.
I ghiacciai ridotti al minimo storico, o addirittura scomparsi, i passi alpini liberi dalla neve, la presenza di alcuni villaggi costruiti in alta quota distrutti successivamente dall’avanzata glaciale, il periodo di grande prosperità delle popolazioni alpine, testimoniano di un clima in alta quota molto più caldo di quello presente nel XX Secolo.
Ed altre notizie, come la presenza frequente di aurore boreali a latitudini mediterranee (che fanno pensare ad un’attività solare marcata), la colonizzazione della Groenlandia da parte dei Vichinghi, la coltivazione della vite in Inghilterra fin quasi alla latitudine della Scozia, fanno pensare ad un clima decisamente caldo, in particolare durante il periodo estivo.
Non mancarono saltuari inverni rigidi, in particolare nella seconda metà del XII Secolo, tuttavia una generale mitezza abbracciava il clima europeo, e, con tutta probabilità, anche mondiale.
Ma alla fine di questo secolo si verificarono alcuni cambiamenti importanti, ed anche rapidi, quasi come se la macchina atmosferica avesse subìto un improvviso inceppamento.
I ghiacci polari scomparvero dall’Islanda per tutto il periodo compreso tra il 1020 ed il 1190, con l’eccezione dell’unico rigidissimo inverno del 1119.
Improvvisamente, tra il 1197 ed il 1203, per 7 anni consecutivi, il ghiaccio circondò l’Isola, e nell’ultimo anno, addirittura nei mesi di Luglio ed Agosto.
Il clima subì un rapido raffreddamento su tutto il Continente Europeo, ed iniziò un periodo freddo di lunga durata, che portò alla progressiva scomparsa della coltura della vite in Inghilterra, una serie di inverni rigidissimi (1205: gelo del Tamigi a Londra; 1216: gelo del Po; 1234: gelo del Po, Laguna Veneta, del Tamigi, e morte degli alberi di melo in Inghilterra), e l’avanzata dei ghiacciai Alpini a livelli molto maggiori degli attuali, tra il 1220 ed il 1350.
Tale avanzata improvvisa glaciale rimase impressa nelle leggende popolari alpine, dove il cambiamento climatico fu sentito maggiormente, e sembrerebbe risalire a questo periodo la formazione dell’attuale ghiacciaio della Marmolada, se tali leggende fossero vere.
Un cambiamento di tale genere fa nascere il sospetto che alla base vi fosse un calo improvviso e generalizzato delle temperature delle acque atlantiche, secondo il seguente meccanismo: il grande caldo del periodo medievale, con il passare dei secoli, avrebbe sciolto grandi quantità di acque dolci in Groenlandia, che, alla fine, avrebbero portato ad un “inceppamento” della Corrente del Golfo, o per lo meno ad una sua netta attenuazione.
Difficile dirlo, in quanto mancano riscontri oggettivi, si tratta di ipotesi basate solamente sull’osservazione dei fatti storici.
Tuttavia, l’evento potrebbe essere importante per quanto sta succedendo in questi anni: forse esiste un limite massimo di riscaldamento superato il quale l’imponente scioglimento delle masse glaciali groenlandesi potrebbe attenuare fortemente la Corrente del Golfo, con la conseguenza di innescare l’inizio di un raffreddamento paragonabile a quello verificatosi attorno al 1200 d.C.
La mia è solamente un’ipotesi, passibile quindi di critiche o di smentite, anche se sembra essere piuttosto sensata.