La verde Irlanda: quante volte abbiamo visto l’aggettivo verde abbinato a questa isola, e con pieno merito, né potrebbe essere diversamente visto che piove parecchio e spesso e il caldo estivo, molto moderato, non riesce praticamente mai a seccare la campagna.
Il paesaggio dolce viene anche dalla morfologia in genere non troppo selvaggia, non ci sono grandi pareti montuose o fiordi incassati, le bays sono insenature profonde ma per così dire “riposanti”, i monti sono poco più di colline (e non è solo un fatto di altitudine, perché i monti scozzesi, anch’essi bassi, sono ben più aspri). La campagna irlandese è quindi un piacevole verdeggiare di pascoli o campi coltivati a cereali, sferzati dal vento nelle giornate di tempesta o luminosi nei pomeriggi di limpido sole dopo un temporale o un rovescio di pioggia.
Qualche paesaggio più “forte” però c’è: le Cliffs of Moher, ad esempio, straordinarie scogliere a picco sull’Oceano a sud di Galway, o l’altopiano carsico del Burren.
Un viaggio in Irlanda non può poi non comprendere siti quali Clonmacnoise o Monasterboice, rovine di antichi siti monastici ancora permeate di spiritualità forse per il silenzio e la quiete della campagna in cui si trovano. Tutta l’Irlanda è punteggiata di rovine di edifici religiosi, che testimoniano la lotta continua di questo popolo per difendere la propria religione e la propria nazione dall’ingombrante vicino inglese.
Le zone paesaggisticamente più belle sono il Connemara, la penisola di Dingle, il Ring of Kerry (il percorso costiero della penisola di Iveragh) e i Laghi di Killarney.
A mio avviso il miglior modo per conoscere il paese è noleggiare un’auto (i prezzi sono ragionevoli) e pernottare nei bed&breakfast, diffusissimi ovunque (i cataloghi si possono richiedere all’Ente del Turismo) e con ottimo rapporto qualità/prezzo (più cari a Dublino e dintorni). La colazione è molto ricca, volendola anche all’inglese (eggs & bacon). Soggiornando in famiglia è anche bello cercare di entrare nella quotidianità degli irlandesi. Fu divertente per me vedere, ai tempi del mondiale di calcio del 1998, la partita Inghilterra-Argentina in un salotto irlandese. Ovviamente tutti indovinerete per chi facevano il tifo!
Gli alberghi hanno normalmente un ristorante dove si servono i pasti anche a chi non vi alloggia. Ovviamente diffusissimi i pub, nei quali è spesso possibile consumare semplici pasti (con scelta limitata di piatti) a prezzi convenienti. Naturalmente la bevanda nazionale è la birra, e in particolare la Guinness.
La qualità delle strade è buona per le grandi vie di comunicazione, molto meno per le strade minori, spesso strette e dal fondo stradale sconnesso. Tuttavia la situazione è in continua evoluzione, con molti cantieri stradali aperti. Questo fervore nel migliorare la rete stradale lo ritroviamo un po’ in tutto il paese, attualmente una delle economie più dinamiche dell’Unione Europea.
Anche la segnaletica talvolta è un po’ carente. Si tiene la sinistra: nel traffico ci si fa presto l’abitudine ma occorre attenzione agli incroci e nelle immissioni. Come ormai quasi ovunque in Europa, vige l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza davanti e dietro, di tenere i bambini sotto i 12 anni sui posti posteriori, assicurati con i seggiolini omologati, mentre per i motociclisti è obbligatorio il casco.
Per entrare nel paese è sufficiente la carta d’identità. L’Irlanda ha adottato l’Euro, quindi non occorre cambiare. Capillare l’uso delle carte di credito, molto spesso accettate anche nei bed&breakfast.
Su Internet il sito dell’Ente del Turismo è www.tourismireland.com (disponibile anche in italiano), ma notizie utili si trovano anche, per la capitale, su www.dublin.ie. Altri siti relativi a importanti comprensori turistici sono www.connemara.net e www.killarney.ie.