E se la prendeva con le povere vecchiette, volendo sorprenderle al pascolo con le sue tormente invernali.
Ma ce n’era una che tergiversava, non si decideva ad uscire con le sue pecore, finché, arrivati al giorno 28, si burlò di Marzo, dicendogli “domani uscirò a pascolare, tanto oramai siamo in Aprile, e tu non potrai farmi nulla”!
Marzo ci rimase così male, da chiedere tre giorni ad Aprile, tanto che, quando la vecchietta, il giorno dopo, uscì a pascolare, venne travolta da una tormenta di vento e di neve, e Marzo rise soddisfatto!
Per questo i giorno 29, 30 e 31 Marzo vengono chiamati “Giorni della Vecchia”, e, nella memoria popolare, stanno ad indicare giorni in cui l’Inverno ritorna all’improvviso, scacciando via l’entrante stagione primaverile.
L’ultima decade del mese di Marzo è in effetti interessata spesso da invasioni di aria fredda, e da ritorni di freddo, come dimostra anche lo scorso anno, il 2007, caratterizzato da una stagione invernale mitissima, vide un ritorno del freddo tra i giorni 20 e 27.
Il periodo tra il 29 ed il 31 Marzo fa parte di quelli che, popolarmente, vengono chiamati “nodi del freddo”, cioè sbuffi di stagione invernale nel cuore del riscaldamento primaverile, e che avvengono, stando alla tradizione, sempre attorno a certe date.
Un altro “nodo del freddo”, ad esempio, si presenta in Aprile, il giorno 10, e viene detto “nodo del cuculo”, trovando conferma anche nella statistica, che vede un calo termico significativo (perché evidenziato anche in statistiche trentennali di molte località italiane), durante la seconda decade del mese.
Un terzo “nodo” lo ritroviamo per il 25 Aprile, (il “nodo di San Marco”), mentre celebri sono i giorni dei “Santi di Ghiaccio”, i giorni 12, 13 e 14 Maggio, quando si verifica solitamente un ritorno del freddo in grande stile.
Anche in Francia si ritrova qualcosa di simile, in quanto è ben noto il “Freddo di Maggio” che si verifica nel corso della seconda decade del mese.
La tradizione popolare non fa altro che seguire quello che è l’andamento tipico della stagione primaverile, caratterizzata da balzi in avanti di caldo, e sbalzi all’indietro di freddo, prima che la radiazione solare diventi così forte da garantire l’inizio completo della stagione estiva.
Tuttavia, tra le altre teorie che spiegano questi fenomeni, ve n’è una portata avanti dal grande meteorologo italiano Francesco Di Franco, nella quale si ammetteva una certa periodicità di alcuni fenomeni atmosferici, correlandoli con la posizione dell’orbita terrestre.
Nel suo movimento, infatti, la Terra incontra le polveri cometarie, che, se da una parte danno origine alle piogge di “stelle cadenti”, dall’altra possono influenzare il clima terrestre, dando origine a fenomeni periodici di bel tempo (come l’Estate di San Martino), o di freddo (come gli episodi sopra citati), che si verificano quasi sempre attorno alla stessa data.
Si tratta solo di una teoria, che meriterebbe comunque degli studi più approfonditi.