Siamo al solito, un refrain che negli ultimi anni abbiamo visto sovente. Ai primi anticicloni estivi le temperature, soprattutto sul Nord Italia, schizzano a valori che fino a qualche anno fa avremmo definito eccezionali, ma che ormai fanno parte della nuova realtà climatica italiana. Il clima è fatto di cicli, alcuni di lunghissima durata, migliaia o decine di migliaia di anni, pilotati soprattutto dai movimenti degli astri, altri più brevi, di alcune centinaia d’anni, altri infine ancora più brevi, di qualche decina d’anni, su cui hanno influenza i cicli della circolazione oceanica, forse i cicli solari undecennali e in cui nell’ultimo secolo e mezzo con molta probabilità si sono andate innescando le forzanti prodotte dall’uomo, vale a dire i notissimi gas ad effetto serra.
Fatto sta che ci siamo ormai abituati a temperature che non è azzardato definire roventi, a valori che al primo cenno di tempo stabile, da maggio a settembre sforano abitudinariamente i 30 gradi. Così è stato negli ultimi giorni, quando si sono batutti diversi record di caldo per il mese di maggio.
Bergamo-Orio al Serio con +33.2°C, Brescia-Ghedi con +34°C, Ferrara con +35.2°C, Verona-Villafranca con +34.8, Udine-Rivolto con +33°C, Ronchi dei Legionari con +33.3°C, Monte Argentario con +30.8°C, infine Roma Urbe con +34°C. E c’è da notare che in tutti i casi, eccetto quello di Roma in cui il precedente record datava maggio 1977, i record erano recenti, attribuili ai mesi di maggio del 2001 o del 2005.
Ma a differenza del maggio 2003, mese pietra miliare del nuovo ciclo climatico in corso, da cui prese inizio quel terribile periodo per l’Europa durato fino al mese di agosto e durante il quale il caldo fu estremo e persistente, quest’anno il caldo non avrà, almeno per ora, vita lunga, o meglio, subirà un arresto che potrà essere più o meno lungo. Come altri articoli del MeteoGiornale hanno messo in evidenza con dovizia di particolari, da sabato comincerà un’altra storia, fatta di temporali, talvolta violenti, e successivamente di almeno qualche giorno dal clima fresco. Ma è davvero finita l’anomalia? Probabilmente no, perché il prezzo della nostra rinfrescata verrà pagato dalla Russia, dove, se le previsioni verranno confermate, arriverà aria caldissima dal Mediterraneo orientale, e Mosca e le altre città della grande nazione euro-asiatica potranno raggiungere anche i 35 gradi, vale a dire 15 o 20 gradi oltre la norma del periodo.
Si ripete cioè traslata di alcune centinaia di chilometri verso est, la storia recente, che ha visto negli ultimi due mesi (ma potremmo anche fare riferimento ad un periodo più lungo) una semipermanente depressione al largo del Portogallo dal cui bordo orientale risaliva aria calda dal Nord Africa verso l’Europa, Italia compresa; con l’Anticiclone delle Azzorre che, più a nord ed est della sua posizione naturale, andava a rinforzare gli effetti della salita di aria calda subtropicale. Ora questo schema subirà una variazione, ma per cantare vittoria, ovvero per un ripristino di condizioni climatiche più “normali” per il vecchio continente, la strada è ancora irta di difficoltà.
Ci sentiamo però almeno di considerare difficile il perpetuarsi ancora per lungo tempo dell’anomalia climatica attuale, che vede l’Italia ed anche buona parte dell’Europa dal mese di settembre scorso sopra le medie storiche di riferimento di oltre 2 gradi; una situazione che almeno negli ultimi 50, e probabilmente 100 anni, mai si era verificata. Perché, se dovesse continuare ancora a lungo, allora forse vorrà dire che quel passo verso un clima stabilmente più caldo, sarà stato fatto molto prima del più pessimistico tra gli scenari previsti dai modelli climatici di simulazione.