Tra gli effetti del recente lockdown per il coronavirus, abbiamo evidenziato il calo dell’inquinamento e l’aria più pulita. Per la prima volta in oltre 30 anni gli abitanti del Punjab, zona nel nord dell’India, sono riusciti infatti a vedere la catena montuosa dell’Himalaya che si trova a 200 chilometri di distanza.
La stessa cosa è accaduta anche sul versante nepalese. In passato l’inquinamento aveva sempre impedito a residenti e turisti di Kathmandu, capitale del Nepal, di ammirare le cime innevate del Monte Everest. Alcuni giorni fa, dopo svariati decenni, dalla capitale nepalese si è infatti visto nitidamente il “tetto del mondo”.
Anche in questo caso l’Everest si trova dalla valle di Kathmandu ad oltre 200 chilometri di distanza. Tantissimi nepalesi hanno condiviso sui social le immagini spettacolari di un monte che tantissimi non avevano mai avuto modo di ammirare da questa zona.
Le immagini diffuse in rete resteranno per certo nella storia. Questa pandemia così terribile ha avuto però l’effetto di mostrare quanto il Pianeta sia “soffocato” e che bisognerebbe compiere tutti gli sforzi possibili per combinare uno sviluppo sostenibile alle esigenze del Pianeta.
L’Everest non è l’unica cima dell’Himalaya che il lockdown ha contribuito a restituire alla comunità, per il calo del’inquinamento. Già a inizio aprile infatti i residenti di Jalandhar avevano notato come fosse possibile vedere dal capoluogo indiano la catena montuosa del Dhauladhar.
Sempre nel corso del mese di aprile, le vette himalayane erano visibili da Saharanpur, nell’Uttar Pradesh, sempre in India. Il calo dell’inquinamento è poi risultato pienamente avvertito anche a Nuova Delhi, che vanta il triste primato di città fra le più inquinate del Pianeta.