Il tifone Durian si sta spostando ora sulle acque del Mar Cinese Meridionale dopo aver portato morte e distruzione attraverso le Filippine settentrionali giovedì 30 novembre. Venerdì mattina, accompagnato da venti sostenuti a 90 miglia orarie, il tifone era centrato 195 miglia a ovest-sudovest di Manila, spostandosi verso ovest a 7 miglia orarie.
Durian è previsto in graduale indebolimento durante i prossimi giorni, nei quali dovrebbe continuare a muoversi verso ovest, in mare aperto. Tra domenica notte e lunedì la tempesta dovrebbe fare un secondo “landfall” in Vietnam, sebbene probabilmente con lo status di “tropical storm”.
Oltre 400 persone hanno perso la vita nelle Filippine al passaggio del tifone Durian. Il sudest dell’isola di Luzon e l’isola Catanduanes sono state le zona più duramente colpite, dove il vento sostenuto ha superato le 140 miglia orarie (225 kmh). Qualche accumulo di pioggia nelle 24 ore comprese tra le 6 GMT di giovedì 30 novembre e la stessa ora di venerdì 1 dicembre: Tayabas 106 mm, Infanta 103, Legaspi 180, Romblon 157, Ambulong 90, Alabat 84.
La Croce Rossa parla di almeno 394 morti e 96 dispersi causati dalle eccezionali precipitazioni accompagnate da violente raffiche di vento che hanno seminato il caos soprattutto sulle pendici del vulcano Mayon, nella regione di Bicol, che si estende a sud della capitale Manila. Secondo la Farnesina, non risultano italiani coinvolti.
Interi villaggi della zona sono stati letteralmente spazzati via, sepolti sotto giganteschi smottamenti che hanno trascinato verso valle tonnellate di fango, pietre, terriccio e ceneri vulcaniche. Molte persone risultano intrappolate sui tetti delle case pericolanti: si teme pertanto che il computo delle vittime sia destinato a peggiorare ancora.
Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalla massa di melma e detriti che le frane hanno fatto accumulare sulle vie di comunicazione. La presidente Gloria Macapagal Arroyo ha comunque ordinato alle forze armate di prestare assistenza al personale sanitario; la protezione civile ha chiesto con urgenza rifornimenti supplementari di acqua potabile, medicinali e sacchi in plastica per la raccolta dei cadaveri, onde evitare il possibile diffondersi di epidemie.
Una portavoce della Croce Rossa ha precisato che tutte le vittime sono concentrate nella provincia di Albay. La protezione Civile ha reso tuttavia noto che almeno un morto si registra anche in un’altra area. Nella località di Canaman, infatti, un abitante è stato ucciso da una lastra di metallo, parte del rivestimento di un tetto strappato dalla furia di Durian.
Nella città di Legaspi un bimbo di appena due mesi è stato miracolosamente ritrovato sano e salvo: era rimasto imprigionato in una nicchia sotto le macerie della casa di famiglia, che gli hanno fatto da scudo.
Interrotte le comunicazioni telefoniche, distrutte le linee dell’alta tensione, distrutte le condutture dell’acqua. A complicare la situazione, come detto, la perdurante eruzione del Mayon, tornato in attività ad agosto con colate laviche ed emissioni di ceneri e lapilli.