Termina il 2014:
siamo giunti alla conclusione di un anno che, lo ribadiamo, verrà ricordato più che altro per il caldo inusitato a livello planetario. Le anomalie termiche positive hanno coinvolto ogni singolo mese e non dobbiamo stupirci se il 2014 diverrà l’anno più caldo di sempre.
Botti di fine anno:
non stiamo parlando dei soliti, pericolosissimi “botti di Capodanno”, bensì dell’ondata di gelo e neve che sta investendo le regioni Centro Meridionali e Insulari. I venti gelidi di Grecale stanno penalizzando maggiormente le Adriatiche, dove lo stau agisce imperioso, mentre al Sud si è scavata un’ampia depressione che determina maltempo diffuso e nevicate fin sulle coste. E’ comunque un evento di rilievo, perché non capita tutti i giorni di osservare spiagge imbiancate come ad esempio in Sicilia.
Alta delle Azzorre:
tempo fa, quando l’irruzione stava ancora sulla carta virtuale dei modelli, focalizzammo l’attenzione sull’importanza del ritorno dell’Alta delle Azzorre in lande più consone alla propria nomea. Un posizionamento che le ha consentito, non appena le depressioni atlantiche hanno mollato la presa, di ergersi verso nord e poi a nordest dirottando i nuclei d’aria gelida sul nostro Paese. Quella stessa collocazione rimarrà pressoché invariata, ma come vedremo vi saranno degli elementi barici che concorreranno a catapultarla sui paralleli.
Il Vortice Polare:
l’altro elemento imprescindibile, ai fini delle sorti meteorologiche mediterranee, è il Vortice Polare. L’irruzione gelida è stata possibile a seguito di un temporaneo indebolimento della struttura ciclonica polare, ma a breve riprenderà a correre stirando il flusso zonale e costringendo l’Anticiclone oceanico ad uno schiacciamento lungo i paralleli. Avremo un netto miglioramento, ampiamente confermato, che dovrebbe sfociare in un rialzo delle temperature fin troppo violento.
Altalena termica:
dopo il tracollo degli ultimi giorni, torneremo nuovamente su valori superiori alle medie stagionali. Il rialzo sarà notevole: localmente guadagneremo più di 10°C. Si potrebbe tornare addirittura al di sopra della norma, il che andrebbe a confermare il trend termico registrato per gran parte del 2014. Ciò che influirà, almeno parzialmente, nel contenimento dell’aumento saranno le inversioni termiche su valli e pianure, con conseguenti forti gelate notturne almeno in prima istanza.
Dominio anticiclonico o nuove incursioni artiche?:
Apparentemente, leggendo i più autorevoli, potrebbe aprirsi una fase anticiclonica duratura. Eppure notiamo, da giorni, alcuni elementi che ci portano a predicare prudenza. Anzitutto l’Alta delle Azzorre sembra ben disposta ad ergersi verso nord e così facendo potrebbe indurre nuove incursioni fredde settentrionali soprattutto nelle regioni adriatiche e meridionali. Poi sembrerebbero apparire segnali di cedimento del Vortice Polare stratosferico, con ripercussioni alle quote inferiori ancora tutte da valutare. Non escludiamo, come detto nel precedente editoriale, una nuova accelerazione invernale prima di metà gennaio.
Focus: evoluzione sino al 13 gennaio 2015
Sostanzialmente avremo una prima decade di gennaio condizionata dalla presenza dell’Alta delle Azzorre. Durante la prima fase sarà ben più consistente, seppur insidiata sotto l’Epifania da correnti nordiche destinate principalmente alle regioni orientali e del Sud. Dopodiché potrebbe subentrare una perdita di geopotenziali, quindi un indebolimento strutturale, a causa della maggiore invadenza del flusso zonale.
Evoluzione sino al 18 gennaio 2015
Un nuovo cambiamento, direzione inverno muscolare, potrebbe intervenire a metà gennaio. Non escludiamo crescenti apporti artici e una nuova ondata di gelo di tipo continentale con effetti tutti da valutare. Al momento è soltanto un’ipotesi, come lo era l’irruzione attuale. Ed è per questo che vi invitiamo caldamente a seguire i prossimi aggiornamenti, perché a nostro avviso potrebbero esserci improvvise sorprese.
In conclusione.
Inverno che fin da subito si sta mostrando in gran forma e poco importa se l’Alta Pressione verrà a trovarci per vari giorni. Gennaio è ben noto per le sue “secche” specie nella prima metà, ragion per cui non dobbiamo crucciarci e attendere fiduciosi ulteriori sviluppi invernali.