Fa letteralmente impressione vedere quanto è spaccata l’Europa dal punto di vista climatico, grazie all’ausilio della cartina che mostra le anomalie termiche al suolo registrate nel periodo fra il 4 ed il 10 novembre.
Questo scenario di contrapposizione così marcata si deve alla configurazione barica che ha preso corpo da giorni, con una saccatura nord-atlantica protesa verso il Mediterraneo Centrale e di un contro un’alta pressione di blocco sull’Est Europa, supportata dalla risalita di masse d’aria calde subtropicali.
In tal modo aria fredda polare marittima è affluita in modo persistente sull’Europa Occidentale e ha coinvolto in parte anche l’Italia. Il clima si è fatto invernale in tutti i paesi dell’ovest del Continente, con temperature anche di 3-4 gradi inferiori alle medie stagionali.
Masse d’aria ancor più rigide, richiamate dall’Artico Russo, hanno invaso la Penisola Scandinava. Da queste parti il freddo precoce è stato ancor più rilevante, tanto che la colonnina di mercurio è crollata fino a 7-10 gradi sotto le medie. In Lapponia si sono persino raggiunti i 30 gradi sottozero.
Tutto opposto è stato invece l’andamento sull’Europa Orientale, con caldo eccezionale per il periodo sui Balcani, specie a ridosso del Mar Nero, ma anche in Ucraina e parte della Russia Europea con temperature che si sono impennate fino a 10 gradi sopra la norma.
L’Italia è rimasta nel mezzo fra le due circolazioni e abbiamo avuto anomalie ben meno marcate, sebbene l’abbassamento termico avuto negli ultimi giorni della settimana si sia fatto sentire rispetto al caldo anomalo che aveva dominato in precedenza.
Questo contesto non è destinato a variare a breve. Altri impulsi freddi polari scenderanno verso l’Europa Occidentale ed il Mediterraneo, mentre sull’Europa Orientale il caldo anomalo proseguirà spingendosi ancor più a nord, con rischio che vengano demoliti record di temperatura.