Dalla Sardegna ci scrivono che è piovuto tanto. I millimetri caduti equivalgono tra 5 e 10 volte la media mensile, di certo è piovuto tanto, e questo lo confermano i numeri. Ma spesso gli aggettivi utilizzati per definire il tempo che fa o che farà sono soggettivi.
La pioggia che ha fatto in Sardegna in 3-4 giorni può cadere in un solo giorno nelle Prealpi, ma può anche venir giù in Val Padana d’estate, dove quando piove non lo fa con grazia, specie se succede con una serie di temporali. Ma in in Sardegna è piovuto quasi uniformemente, e stavolta gli aggettivi sono rafforzati dai numeri.
Questi giorni abbiamo notizia di un disastro avvenuto in India, dove una serie di temporali, per l’esattezza erano due celle temporalesche, ha ucciso circa 100/150 persone, ma varie fonti asiatiche parlano di 200 persone.
Ci sono state, così pare, almeno un centinaio di vittime per i fulmini, mentre altre persone sono decedute per le ferite riportate per la grandine, altri perché il vento ha buttato giù la loro casa. Il cataclisma è giunto preceduto dal vento fortissimo, il downburst, che ha sollevato la polvere causata dalla siccità (normale in questo periodo). Insomma, si è avuta una tempesta di polvere seguita dal temporale con pioggia e grandine, e sopratutto una tempesta di fulmini.
E potremmo dire, che temporale che ha fatto, se ci sono stati quei morti!
Sovente utilizziamo degli aggettivi per definire uno stato del tempo, ma sono sempre opinabili non essendo un valore numerico, essi esprimono le nostre sensazioni. Poi come nel caso dell’India, anche una definizione come cataclisma forse non è esagerata da utilizzare, perché un temporale che uccide quanto un terremoto non può che essere un evento estremo, un cataclisma, insomma.
Ma i cataclismi succedono anche in Italia:
Catania 1884. Più di 30 morti e centinaia di feriti.
Friuli, luglio 1867. 15 vittime e almeno 50 feriti.
E tanti altri.