Bolzano e Piacenza: in queste due città si ricorderà a lungo il mese di marzo corrente, per essere stato quello in cui, negli ultimi 50 anni, si sono raggiunti sia i valori termici più bassi, sia quelli più alti.
A Bolzano si è passati dai -10.7°C del primo marzo ai +28.1°C del 18 marzo; a Piacenza dai -12.6°C del primo marzo ai +27.6°C del 19 marzo, con uno scarto di oltre 40°C tra i due valori. Ancor più ha fatto Malpensa, passata dai -12.2°C del 2 marzo ai +28.8°C del 19 marzo, ma non ci è dato sapere con certezza se tali due valori siano record per la località del varesotto.
Tra il 18 e soprattutto il 19 marzo altri valori che fino a pochi anni fa sarebbero stati straordinari, ma che negli ultimi anni stanno verificandosi con maggior frequenza, si sono registrati in gran parte dell’Italia del Nord, settori ovest e centro padano, e sui settori alpini. Si segnalano i +26.9°C di Milano Linate, contro un record di +27.3°C raggiunto il 17 marzo del 1997, i +25°C di Bergamo e i +24.9°C di Torino Caselle. Altre località, tra cui Aosta, che non dispongono di una stazione meteo ufficiale della rete AM/ENAV, ma di stazioni delle reti regionali, hanno registrato valori similari.
Ma uno sguardo più generale al nostro Paese ci indica che tale ondata di caldo, indubbiamente eccezionale per alcune aree padane e vallive alpine, non si è estesa al resto d’Italia, dove anzi, specie lungo i litorali, la presenza di un mare ancora freddo ha notevolmente mitigato gli eccessi termici.
Così la differenza dalla media termica della seconda decade di marzo sulla base di circa 90 località e in riferimento al periodo storico 1961/90, è risultata ieri 19 marzo di 4.2°C in positivo, non sufficiente per pareggiare i 7.6°C di differenza ma in negativo, registrati il primo marzo in confronto alla prima decade del mese. Caldo eccezionale sì dunque, ma solo su una ristretta parte del nostro territorio, seppur molto popolata, contrariamente a quanto avvenuto ad inizio mese quando il freddo ebbe una diffusione ben più vasta.