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Nella media e alta troposfera dell’Emisfero Boreale persistenza di vistosi scambi meridiani, con “wave break”

di Michelangelo Nitti
19 Feb 2005 - 22:36
in Senza categoria
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Analisi della circolazione nord emisferica a 500 hPa by GFS. Fonte: https://grads.iges.org/pix/hemi.fcst.html.
La circolazione troposferica dell’emisfero boreale continua a risentire delle dinamiche stratosferiche, in modo particolare di una nuova, forte crescita del disturbo meridiano nel vortice polare stratosferico.
Le prime avvisaglie di un nuovo disturbo nella circolazione stratosferica si sono manifestate l’11 febbraio, con una ripresa dell'”E-P flux” in bassa stratosfera, in rapida propagazione verso i livelli superiori stratosferici.
L’intensa propagazione verticale d’onda, che interessa ormai quasi tutta la stratosfera boreale tra i 50 e i 60 gradi nord, e la notevole anticiclogenesi dinamica stratosferica in atto nell’alto Oceano Pacifico, determinano un progressivo indebolimento del vortice polare.
Le attuali dinamiche stratosferiche causano inoltre lo sviluppo di un energico riscaldamento dell’alta e media stratosfera sulla Siberia settentrionale. Lo “stratwarming” raggiungerà il suo culmine nelle prossime 48-72 ore, quando la zona di massimo riscaldamento sarà posizionata sulla Penisola di Tajmyr.
L’espansione verso nord dell’anomalia termica, anche se in parziale attenuazione, porterà lo “stratwarming” sul Mar Glaciale Artico. Contemporaneamente, l’anticiclone nord-pacifico raggiungerà intensità ragguardevoli, con il massimo tra le Isole Aleutine e la Camciatca. Poi migrerà verso il settore di Bering dell’Artico.
Nel lungo termine, all’attenuazione dell’attuale “stratwarming”, dovrebbe fare seguito lo sviluppo di un nuovo episodio di riscaldamento stratosferico sull’Europa orientale, in trasferimento verso le latitudini artiche della Siberia.

Il VP subirà così un ulteriore, progressivo, rallentamento e stiramento, favorito anche dalla formazione di un moderato anticiclone atlantico stratosferico. Verrà inoltre allontanato ulteriormente dalla sede polare.
La conseguenza più spettacolare di questi disturbi stratosferici sarà rappresentata dal totale “split” (scissione) del vortice polare, già iniziato nella bassa stratosfera e in rapida propagazione ai piani superiori. Tra circa una settimana il VP principale dell’alta stratosfera dovrebbe collocarsi col suo minimo tra la Penisola di Kola e la Nuova Zemlja. Il secondo, un po’ meno intenso, sarà centrato, presumibilmente, sul Labrador.

Le dinamiche stratosferiche, in modo particolare la frattura del VP, si ripercuotono sulla circolazione troposferica sostenendo un sempre più forte eccitamento d’onda di Rossby, con incremento dell’attività bloccante. Ciò determina l’ulteriore attenuazione dei “westerlies” e ripetuti “splitting” (scissione in due o più rami) della corrente a getto polare.
Nella media e alta troposfera dell’Emisfero Boreale prevarrà sempre di più una circolazione caratterizzata da vistosi scambi meridiani, con “wave break” (frattura delle saccature e/o dei promontori) notevoli e sviluppo di cellule anticicloniche isolate alle alte latitudini e di vortici ciclonici a latitudini relativamente basse. Di conseguenza, insolite avvezioni d’aria calda raggiungeranno località situate presso il Circolo Polare Artico mentre massicce colate artiche andranno a visitare latitudini temperate.

La forte attività tropicale che dal Pacifico si va estendendo all’America centrale, per lo spostamento verso levante della fase attiva dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (Madden Julian Oscillation), determina, nella circolazione troposferica, un’amplificazione dei disturbi indotti dalle dinamiche stratosferiche. Il fenomeno è favorito dalle temperature troppo alte della superficie oceanica a nord-est della Guiana e del Venezuela, responsabili delle piogge alluvionali fuori stagione che hanno afflitto nei giorni scorsi quei paesi.

Così, i principali promontori anticiclonici in quota, inseriti in una circolazione a tre grandi onde planetarie risonanti quasi stazionarie (“wave 3pattern”), continuano ad essere quelli del Pacifico orientale e del Nord Atlantico.
Col passare dei giorni l’onda di Rossby più imponente tenderà ad essere quella nord atlantica e questo sia per la migrazione verso est della MJO, sia per la frattura del VP stratosferico.
La terza onda planetaria, posizionata sulla Siberia orientale, è la meno alimentata da “forcing” di matrice tropicale” ed è destinata a scomparire per l’affermarsi, anche nella media e alta troposfera, della circolazione stratosferica a due principali onde planetarie (“wave 2pattern”) connesse ai vortici derivati dall’ “split” del VP.
Ciò incoraggerà la crescita del “blocking” atlantico, con incremento dello “splitting” della corrente a getto del fronte polare.
L’allungamento verso le alte latitudini del “blocking” atlantico favorirà il ramo meridionale del “jet streams” polare, accoppiato alla corrente a getto sub-tropicale in uscita dagli USA orientali, dove è in atto una vivace opposizione tra una forte alta pressione sub-tropicale e profonde saccature connesse al vortice freddo del Canada orientale. Nel medio-lungo termine, la vivace attività ciclonica dell'”east coast” verrà trainata verso levante dai “westerlies” sempre più intensi che percorreranno l’Oceano Atlantico a latitudini relativamente basse, tagliando così alla base il gigantesco promontorio bloccante nord-atlantico (“cut-off” anticiclonico).
Di conseguenza, il profondo vortice freddo in quota che si andrà isolando sul continente europeo, tenderà a migrare, con moto retrogrado, verso l’Atlantico, alimentando ulteriormente le veloci correnti perturbate oceaniche dirette verso il Mediterraneo e il Nord Africa.
Probabilmente quest’evoluzione meteorologica determinerà, nel lungo termine, tempo perturbato e temperato sull’Italia centrale e meridionale. Sul Nord Italia, invece, la persistenza di un residuo nucleo d’aria fredda sul Centro Europa, dovrebbe favorire la caduta di precipitazioni a carattere nevoso anche in pianura… finalmente! (per gli amanti della neve).

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