Quando si parla di “gelicidio” facciamo riferimento ad un tipo di precipitazione sopraffusa (acqua allo stato ancora liquido nonostante temperature uguali o inferiori a 0°C), che tende a congelare all’istante non appena tocca una qualunque superficie come ad esempio il terreno, una strada o i rami degli alberi. Il gelicidio viene chiamato anche vetrone o galaverna, pur trattandosi di un fenomeno che non ha nulla a che fare con i processi che portano alla formazione della brina.
La pioggia che gela al suolo genera una patina di ghiaccio trasparente fortemente scivolosa, estremamente insidiosa soprattutto per la circolazione stradale: si tratta di un fenomeno che agisce quasi in incognito e non è facile da riconoscersi. Oltre ad essere un’insidia per le attività umane, il gelicidio causa forti danni anche alla vegetazione: cadute di alberi o rami spezzati sono la conseguenza del peso della galaverna generata dalla pioggia ghiacciata. Un paesaggio interessato dal gelicidio diventa estremamente surreale.
Quando e dove si verifica il fenomeno? La maggiore frequenza del gelicidio avviene in inverno sulle vaste pianure dell’Europa Centrale, ma anche sul Nord America, mentre in Italia il fenomeno può manifestarsi talvolta soprattutto nell’area padana e sulle valli più riparate delle Alpi e dell’Appennino Settentrionale, anche se perlopiù si tratta di episodi di breve durata poco prima che l’aria mite riesca a scalzare quella gelida del suolo.
Il fenomeno del gelicidio richiede come presupposto notevoli rimonte d’aria calda, le quali vanno a scorrere al di sopra un sottile strato d’aria molto fredda intrappolato al suolo o sui fondivalle (inversione termica), generato grazie a precedenti durature ondate di freddo: quando gli innalzamenti termici sono particolarmente repentini in quota e nel caso in cui la temperatura salga oltre lo zero in libera atmosfera, si verifica la fusione della neve in gocce di pioggia. Queste gocce, trovando poi una temperatura di 0°C o inferiore nei bassi strati, non possono ridivenire fiocchi di neve e gelano a contatto col suolo.
L’irruenza e l’entità di un’avvezione calda fanno dunque la differenza tra una semplice nevicata da cuscinetto (fenomeno decisamente più ricorrente) ed il rischio invece di gelicidio, un incubo che è tornato peraltro a farsi presente proprio nella giornata di ieri sul Nord Appennino, in alcune zone dell’entroterra ligure e dell’Emilia, con le sacche d’aria gelida che si sono rintanate nei tratti vallivi più chiusi e riparati, determinando però grossi problemi in alcune arterie stradali.
Quasi un anno fa si era verificato un eccezionale episodio di gelicidio sulla città di Genova, tutt’altro che avvezza col fenomeno e mai verificatosi con tali proporzioni a memoria d’uomo.