33,8°C sabato 11 giugno a Saltdal, nel nord della Norvegia, seconda temperatura più alta mai registrata nel nord del paese (la stazione è quasi a 67°N, oltre il Circolo Polare Artico) dopo i 34,3°C sempre nello stesso luogo registrati nel 1920. E anche il valore più alto mai registrato in Norvegia per la prima metà di giugno. Notevole anche la sequenza, con massime sopra i 30°C per 4 giorni consecutivi: giovedì 9 giugno 31,9°C, venerdì 10 30,7°C, sabato11 33,8°C, domenica 12 30,5°C. Chiusa fra i monti, in ombra pluviometrica con tutte le correnti, Saltdal è una delle stazioni più asciutte della Norvegia, con soli 291 mm/anno. Piogge intense e fusione delle nevi hanno invece causato inondazioni e frane nel sud della Norvegia, sabato si è dovuta chiudere anche la E6, autentica “spina dorsale” della circolazione stradale del paese scandinavo.
La Spagna meridionale si è ripresa il primato di regione più calda d’Europa lunedì 13 giugno. Murcia ha registrato una massima di 36,7°C, 34,6°C a Malaga, 33,8°C a Cordoba, 33,6°C a Siviglia, 32,4°C a Granada. Le medie delle massime di giugno di Murcia, Malaga, Cordoba, Siviglia e Granada sono 28,4°; 27,3°, 31,6°, 31,0° e 30,0°C. Già domenica la temperature erano state molto elevate nella regione: Siviglia 35,1°C, Jerez 34,1°C, Cordoba 33,8°C, Moron 33,4°C, Granada 33,1°C.
La compagnia aerea australiana Qantas ha cancellato domenica tutti i suoi voli da e verso Melbourne, in Australia, a causa della cenere che ha attraversato il Pacifico, proveniente dal vulcano Puyehue, in Cile. Qantas ha anche cancellato i voli da e per la Tasmania e parte della Nuova Zelanda, cancellando tutti i suoi voli su Auckland, Christchurch, Queenstown e Wellington. Altre linee aeree hanno cancellato voli nella regione, lasciando a terra migliaia di viaggiatori. Qantas ha sostenuto che era troppo pericoloso per volare attraverso la cenere emessa dal Puyehue, in eruzione da oltre una settimana. Dopo qualche giorno di gravi disagi negli aeroporti di Argentina, Uruguay e sud del Brasile, il vento è cambiato e forti venti hanno portato le particelle di cenere dal vulcano fino al sud della Nuova Zelanda e dell’Australia, a quote comprese tra 6.000 e 10.600 metri. Le particelle di cenere possono danneggiare seriamente motori a reazione. Virgin ha annullato domenica 34 voli nazionali e uno internazionale su Melbourne. Molti voli da e per Tasmania e Nuova Zelanda e interni alla Nuova Zelanda sono stati cancellati anche da Jetstar. Molti i passeggeri bloccati (e rischiano di esserlo per vari giorni) all’aeroporto di Hobart, il più importante della Tasmania. A causa dei problemi ai trasporti aerei, i traghetti dalla Tasmania all’Australia sono tutti prenotati per parecchi giorni. Air New Zealand non ha cancellato voli ma ha modificato le rotte per far volare gli aerei a quota più bassa rispetto a dove c’è molta cenere, dato che sotto i 6000 metri la concentrazione di cenere è sempre stata molto bassa. Lunedì la situazione è leggermente migliorata, alcuni voli Qantas su Melbourne sono stati effettuati e Air New Zealand ha portato la quota massima di volo a 9000 metri. Continuano disagi e cancellazioni anche negli aeroporti del Sud America, compresi quelli di Montevideo e Buenos Aires.
Piogge alluvionali e frane hanno ucciso almeno 105 persone dall’inizio di giugno nel centro-sud della Cina. Secondo il China Daily, la serie di nubifragi ha lasciato alle sue spalle morti e dispersi nelle province di Hunan, Hubei, Jiangxi e Guizhou. Da notare che Hubei, Hunan e Jiangxi hanno lottato per mesi contro una grave siccità che ha avuto inizio durante l’inverno, per poi peggiorare con l’inizio della stagione calda. Un portavoce provinciale dello Hunan ha dichiarato che 17.300 case rurali sono state seriamente danneggiate o distrutte e che 149.000 persone erano state evacuate nella provincia. Le precipitazioni nella regione sono state diffusamente, nei primi 12 giorni di giugno, tra 300 e 400 mm, circa il doppio del normale pioggia mensile. Al contrario, la regione ha avuto solo da un terzo alla metà delle normali precipitazioni durante i primi cinque mesi del 2011. La siccità ha causato limitazioni all’erogazione dell’acqua potabile, ha costretto a tagliare la produzione idroelettrica e limitato il trasporto fluviale nel bacino del fiume Yangtze, oltre a causare gravi danni ai raccolti.
Ancora piogge torrenziali in Giappone meridionale domenica 12 giugno. Tra le 18 GMT di sabato e la stessa ora di domenica, 219 mm a Nagasaki, 216 a Unzendake, 212 a Kumamoto, 189 a Asosan, 106 a Hita e Oita, 104 a Saga e Sasebo, 94 a Fukue.
45,0°C lunedì 13 giugno a Seiyoun (700 m), in Yemen, a 1,3°C dal record nazionale che le appartiene.
Forte riscaldamento a Summit (m 3202), sulla calotta glaciale della Groenlandia, che è salita a -1,4°C lunedì 13 giugno.