La piega di questo dicembre è certamente mutata in modo importante negli ultimi 10-15 giorni: quando ormai le speranze sembravano ridursi al lumicino di fronte ad un flusso mite atlantico mai domo, la svolta invernale più importante è puntualmente avvenuta. Tutto questo è accaduto dopo un lunghissimo periodo autunnale dominato da un instancabile anticiclone e da temperature anomale, con assenza anche in alta montagna di situazioni propizie per le prime fisiologiche nevicate stagionali.
Le Alpi sono quelle che hanno maggiormente risentito della perdurante anomalia autunnale, ma sono state anche le prime a beneficiare dei primi scossoni invernali, seppure inizialmente piuttosto timide. Non è un mistero che non tutto l’Arco Alpino ha potuto godere d’importanti nevicate, ma sono state soprattutto le aree vicine al confine e tutto il versante estero a fare il pieno. Molto più limitate le nevicate sui versanti italiani, anche se bene o male sono in parte giunte: va poi detto che il gelo di questi giorni consente di tirare un gran sospiro di sollievo, in quanto facilita le operazioni dei cannoni spara neve.
Finalmente ora è toccato anche all’Appennino, grazie alla sferzata artica iniziata nello scorso week-end: le nevicate sono arrivate fino a quote localmente basse, ma non dovunque così abbondanti. I fenomeni nevosi hanno raggiunto anche i monti più a sud dell’Appennino ed i rilievi delle due Isole Maggiori, così da completare questo quadretto così invernale. Eppure non tutti i rilievi appenninici sono stati interessati dalla neve: quasi del tutto spoglie risultano essere le alture tosco-emiliane, anche se vi sono ancora i residui delle nevicate dello scorso dicembre, cadute in realtà solo a quote piuttosto alte, oltre i 1200-1400 metri.
Va addirittura peggio sull’Appennino Ligure, dove in pratica si attende la prima vera neve stagionale localmente anche sulle cime più elevate…e siamo ormai al 20 dicembre. Eloquente il panorama dell’immagine allegata in alto, che ritrae una parte dell’entroterra genovese, con i monti che svettano spogli a 1700 metri d’altezza. In conclusione, ci rivolgiamo a voi lettori: segnalateci pure in quali altre aree di montagna vi sia una situazione di penuria di neve così importante, oltre alle zone del Nord Appennino che abbiamo già indicato.