Giugno volge al termine. Ancora qualche giorno e accoglieremo luglio, con la consapevolezza che quelle che a suo tempo furono null’altro che proiezioni climatiche stagionali si stanno avverando. Ricordate? Fin da maggio si parlò di possibili, severe ondate di caldo africano. Lo dicevano gli esperti statunitensi, lo scrivemmo noi supportati da alcuni elementi analitici a corredo. E ora? Ora che l’Atlantico sta per regalarci un po’ di refrigerio? Tornerà il caldo atroce?
Quesiti che, giustamente, meritano risposta. E per rispondere, al momento, non possiamo far altro che affidarci alla nostra esperienza. Diciamo che le prospettive, scrutando l’orizzonte, non sono per nulla incoraggianti. Seppur più incisiva che in passato, la sfuriata oceanica potrebbe non bastare. Ma stavolta il condizionale è d’obbligo e sapete perché? Perché lo sconquasso che avverrà a livello continentale sarà tutt’altro che trascurabile.
Osserveremo una complessa configurazione ciclonica prender piede sul nord Europa, una grossa ruota depressionaria capace di alimentarsi attraverso il richiamo di ulteriori impulsi perturbati oceanici. Ora, gli affondi depressionari andrebbero a lambire le Alpi limitando l’espansione anticiclonica africana. Buona notizia? Si e no. Perché in tal modo potremmo assistere a persistenti ondate di caldo proprio su di noi, ma ben che ci vada continuerebbero – seppur a fasi alterne – apporti d’aria relativamente fresca da ovest. Diciamo che gli scenari in divenire lasciano qualche speranza, pur nella consapevolezza – come scritto più volte – che persistenti blocchi barici come quello che ha segnato giugno hanno alta probabilità di riproporsi nel tempo. Soprattutto d’estate.