La prima metà di luglio è archiviata e possiamo parlare di condizioni meteo climatiche a dir poco anomale. Prima il caldo, localmente furioso, poi temporali altrettanto furiosi e devastanti. Infine la rinfrescata, stavolta generalizzata.
Ora ci attende la seconda metà e stiamo cercando di capire se c’è qualche altra pista che non sia quella battuta dall’Anticiclone africano. Al momento la risposta è univoca, non c’è altra strada e dovremo farcene una ragione. Capite bene che in queste condizioni trarre spunti di discussione che non sia il caldo è impossibile. Da qui, è normale, la necessità di iniziare a spingerci oltre, di iniziare a proiettarci verso il mese di agosto.
Tempo addietro fu realizzato un articolo nel quale si evidenziavano proiezioni votate all’estremizzazione meteo. Veniva proposto un mese d’agosto fatto di alti e bassi, fatto di picchi di caldo e pericolose crisi temporalesche. Oggi, passata qualche settimana dalla realizzazione di quell’analisi, siamo nuovamente qui a discutere del trend mensile.
C’è aria di crisi, di crisi sotto vari punti di vista. Anzitutto di crisi previsionale, perché i modelli stagionali sembrano brancolare nel buio. C’è chi vedrebbe un agosto altalenante, confermando quanto scritto poco fa, chi invece punterebbe il dito contro un agosto dall’impronta nettamente africana.
Dovesse prevalere la prima ipotesi sarebbe anche una crisi meteo climatica, perché non si arriverebbe a un andamento mensile lineare. Si avrebbero probabilmente fiammate di caldo africano interrotte dalle prime vigorose sfuriate d’aria fresca. Fresco che non verrebbe dall’Atlantico, o almeno non tutto. Verrebbe soprattutto dal nord Europa, addirittura dall’Europa orientale, andando in tal modo a innescare crisi – ecco che torna il termine “crisi” – temporalesche di preoccupante intensità.
Perché in questo caso i contrasti termici sarebbero esplosivi, ricordiamoci che stiamo procedendo a velocità folle verso il periodo più caldo dell’anno. Un periodo dell’anno durante il quale l’Anticiclone africano dà il meglio di sé ed è capace di spingersi a nord con maggiore frequenza.
Poi chissà, magari cambierà tutto, magari andremo incontro a una crisi prematura della stagione estiva con buona pace di chi vorrebbe l’ennesimo mese colorato d’Africa. Perché il rischio c’è, sia ben chiaro. Stiamo osservando, spesso, grosse strutture depressionarie sul nord Europa e sull’Europa orientale e in questi settori il freddo potrebbe giungere prima del previsto. Poi non è detto che abbia ripercussioni sul Mediterraneo, per carità, ma è un’eventualità che dobbiamo tenere necessariamente in considerazione.
In tutto questo marasma di parole avrete capito che abbiamo utilizzato il termine “crisi” volutamente. Crisi per tutta una serie di motivi, crisi che magari verrà risolta per l’ennesima volta dallo strapotere barico dell’Anticiclone africano. Cosa assai probabile visto l’andazzo dell’ultimo periodo.
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Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni, hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.