Il matrimonio tra l’alta pressione mitteleuropea (1038 hPa) e quella russa (1030 hPa), previsto ieri, viene interrotto rovinosamente dall’irruenza gelida depressionaria baltica (1004 hPa), capace di rovinare la festa.
L’affondo ciclonico è robusto. Il suo fronte freddo giunge rapidamente sui versanti orientali alpini incuneandosi nell’Adriatico, favorito dal brusco spostamento verso nord del fulcro altopressionario sopraccitato.
Ad occidente l’impero azzorriano respinge con facilità i ripetuti attacchi depressionari nordatlantici capitanati dalla sovrana depressione groenlandese a 984 hPa e dai suoi quattro vassalli meridionali compresi tra 993 e 1009 hPa.
Mentre il versante occidentale del Continente gode oggi della massima protezione anticiclonica, il lato orientale si appresta ad affrontare una ennesima scorribanda artica.
L’aria fredda scandinava si incanala in direzione meridiana verso sud, puntando decisamente il settore balcanico. Da Varsavia a Bucarest le temperature seguono un progressivo calo e le nubi associate trasportano rovesci sparsi.
Richiamata dall’alta pressione mediterranea, questa folata fredda raggiunge i nostri confini orientali alpini e marittimi. Ancora per oggi l’anticiclone italico rimane padrone della situazione, anche se si intuiscono i primi segnali di cedimento sulle coste adriatiche, sede prossima di contrasti termici.