Gennaio 2006 verrà ricordato dai cultori della scienza meteorologica per i ripetuti avvisi di “Major Warming”, anomali riscaldamenti della stratosfera i cui effetti sulla troposfera (lo strato atmosferico più vicino al suolo) sono ancora da comprendere appieno; verrà ricordato altresì per le forti nevicate sul Nord Italia e per le notizie di grande gelo “mai visto a memoria d’uomo” che provenivano dall’est europeo.
In questo articolo ci occuperemo proprio di analizzare i dati registrati in Russia e nelle nazioni ex-URSS europee, quelle in cui il grande gelo ha colpito di più.
Smitizziamo subito un poco il mese appena trascorso, il cui freddo è stato notevole per intensità, non altrettanto per durata. C’è però un contraltare al freddo che ha colpito l’oriente europeo: il caldo, anomalo sia per intensità che per durata delle zone artiche e nord atlantiche. L’arcipelago delle Svalbard, Jan Mayen (piccola isola posta tra Groenlandia e Norvegia) o le isole Far Oer, hanno vissuto il loro mese di gennaio più caldo degli ultimi decenni.
Cominciamo l’analisi dei dati dalle zone che hanno effettivamente vissuto un’ondata di freddo anomala, la Russia e l’Ucraina meridionali.
A Simferopol (Penisola di Crimea) e a Krasnodar si sono battuti i record del freddo conosciuti, rispettivamente con -25.2°C e con -33.7°C. Vediamo ora i dati statistici città per città di quest’area compresa tra il Mar Nero ed il Mar Caspio, considerando che la media climatologica laddove non altrimenti specificato è riferita al periodo 1951/2000; per ogni città verranno indicati nell’ordine la media mensile del gennaio 2006, la media climatologica, la temperatura del mese di gennaio più freddo del periodo 1951/2000 (tra parentesi l’anno), il tempo di ritorno di una temperature media mensile pari o superiore a quella di gennaio 2006 (calcolato tramite la funzione di Gauss). Le temperature sono espresse in gradi Celsius.
Simferopol: media gennaio 2006 -5.4, media climatologica -0.1, gennaio più freddo -7.0 (1972), tempo di ritorno 25 anni
Astrahan: -11.0, -4.9, -15.6 (1972), 20 anni
Krasnodar: -6.5, -0.6 (1951/90), -10.8 (1972), 17 anni
Odessa: -5.1, -1.2, -9.4 (1963), 8 anni
Harkov: -9.9, -5.9, -15.1 (1963), 6 anni
Chisinau: -6.1, -3.1 (1951/90), -11.8 (1963), 4.5 anni
Dai dati su elencati è evidente come man mano che ci si diriga verso ovest, da Astrahan nei pressi del Mar Caspio, a Chisinau in Moldavia e con l’eccezione della Crimea, l’ondata di freddo assuma sempre più i connotati di non eccezionalità e quasi di normalità, almeno considerando le temperature medie. Considerando le temperature assolute salvo le già citate Krasnodar e Simferopol, non si sono registrati altri record nell’area esaminata, Odessa con -22.3°C si è fermata ad esempio a 6 gradi dal proprio.
Man mano che si procede verso nord, verso le pianure e le steppe russo-ucraine, il mese appena trascorso si conferma come freddo ma non eccezionalmente. A Kiev la media di -7.4°C è appena 2.6°C inferiore a quella climatologica, e ben 6.6°C più alta rispetto ai -14°C registrati nel 1963. In tempi più recenti troviamo anche i freddissimi mesi di gennaio 1987 e 1996, con medie rispettivamente di -13.9°C e -9.8°C.
Similarmente Mosca che ha registrato una media mensile di -10.6°C a fronte di una climatologica di -8.2°C. Per la capitale russa si tratta però del gennaio più freddo dal 1987, quando la media fu ben -17.6°C. A Mosca furono eccezionalmente freddi il gennaio 1942 e quello 1893, con media rispettivamente di -20.3°C e -21.7°C.
In tutta quest’area si sono anche registrate temperature minime assolute quasi 10°C più calde rispetto ai record conosciuti, a Mosca ad esempio -30.8°C contro un record di -42°C.
Discorso analogo per l’area baltica, grande freddo ma record lontani. A Vilnius la media mensile è stata di -7.6°C, rispetto ad una climatologica di -5.1°C. Il gennaio più freddo degli ultimi 50 anni è stato quello 1987 che registrò una media di -15.6°C. Anche in quest’area i record assoluti sono rimasti lontani una decina di gradi.
A San Pietroburgo la media del gennaio 2006 con -6°C, è stata addirittura superiore di quella climatologica che è -6.9°C. I -27.4°C di minima assoluta registrati, sono altresì 13 gradi superiori al record della città.
Spostandoci nell’aria artica esaminiamo Arcangelo, posta sul Mar Bianco e Murmansk, posta nel nord della Penisola di Kola e che si affaccia sul Mare di Barents.
Ad Arcangelo la media climatologica di gennaio del periodo 1951/2000 è pari a -13.3°C, quella registrata nel 2006 -14.4°C. In tempi recenti il gennaio 1999 e quello 2003 sono stati assai più freddi di quest’ultimo, con medie inferiori a -18°C, mentre il record spetta al gennaio 1985 che misurò una temperatura media di -25.3°C. Da segnalare però come ad Arcangelo sia stata freddissima la seconda parte del mese: dal giorno 16 al 31 infatti la media è stata di -25.3°C, pari a quella dell’intero mese di gennaio del 1985.
A Murmansk addirittura il mese appena trascorso con una media di -7°C è stato 3.6°C più caldo del normale. Anche in questa città la seconda parte del mese è stata ben più fredda della prima, ma con una media di -11.4°C, appena più fredda della media climatologica mensile (-10.6°C).
Discorso analogo a quello di Arcangelo e Murmansk, vale anche per Mosca e per tutte le altre città dell’area in esame: il mese di gennaio è stato diviso in due, con una prima parte calda, talora molto calda, ed una seconda molto fredda. La seconda quindicina del mese nella capitale russa ha avuto una media di -15.2°C, comunque 2.4°C più elevata rispetto al gennaio 1987.
In conclusione possiamo affermare che l’ondata di freddo è stata di notevole intensità, ma la sua durata limitata, e certamente qualcosa di già visto e vissuto anche in tempi molto recenti, salvo locali eccezioni.