L’alluvione che il 30 ed il 31 gennaio ha investito la Sardegna orientale è stata già dimenticata, forse perché non ha causato vittime come avvenne nel dicembre 2004. Eppure, le piogge cadute in circa 36/48 ore, sono tra le maggiori misurate in Italia negli ultimi 12 mesi.
In appena 13 mesi, la Sardegna orientale ha avuto le peggiori alluvioni italiane del periodo. Il fenomeno ha interessato un versante di circa 200 chilometri per circa 10.000 kmq.
Questa parte dell’Isola è tra i meno popolati della regione e d’Italia, sono terre abitate da gente fiera e attiva, un pò dimenticata per l’enorme distanza dalle città.
D’estate, qui si riversano centinaia di migliaia di turisti, ignari delle alluvioni invernali, entusiasti per il mare ed il territorio incontaminati.
Quest’area risulta tra le più a rischio alluvione in Italia, ed il disastro ambientale che si è rinnovato qualche giorno fa, grazie ad una stupenda giornata di sole, è stato visto dall’occhio del satellite.
Si osservi la presenza di sedimenti in mare già dalla Costa Smeralda, poi verso Olbia. Il colore dal blu notte si trasforma in marrone specie all’altezza dell’Isola di Tavolara. Qui i venti tempestosi di Scirocco hanno accumulato piogge monsoniche.
Il colore giallo/marrone dei sedimenti di terra si accentua nella zona di Posada, all’uscita del fiume omonimo, così verso la zona di La Caletta, Santa Lucia, dove un altro corso d’acqua butta in mare le piogge dell’alluvione che ha investito il Monte Albo.
Il mare del Golfo di Orosei si colora di marrone, le correnti marine hanno disegnato un evidente tracciato dei sedimenti usciti dal fiume Cedrino e dei suoi affluenti. Nell’ampio bacino fluviale sono caduti anche oltre 400 millimetri di pioggia.
Ma lo scenario, da Capo Monte Santu (Baunei) sino a Capo Carbonara è davvero rilavante: tutta l’area di mare per circa 5/10 km dalla linea di costa è colorata di sedimenti fluviali. In particolare, all’uscita dei maggiori corsi d’acqua, si possono vedere con chiarezza, le notevoli emissioni di fango.
I fiumi Quirra, Flumendosa, hanno rilasciato un’impressionante quantità d’acqua, che semmai si fosse potuta immagazzinare, avrebbe fornito risorse idriche per l’intera Sardegna forse per un anno intero.
I sedimenti fluviali si vedono anche nel Golfo di Cagliari, dove pure nel capoluogo è piovuto con violenza. Vedrete i sedimenti giungere sino a Capo Teulada.