Piogge torrenziali hanno colpito il Venezuela ieri, martedì. Le precipitazioni hanno causato lo straripamento di fiumi, mentre frane e smottamenti nella capitale Caracas hanno fatto almeno 3 vittime tra la popolazione. Un’altra vittima nello stato di Aragua ha portato a 4 il totale. I senzatetto sono 500, e le autorità hanno evacuato più di 4 mila e trecento persone.
A Caracas il fiume Guaire ha tracimato e ha sommerso le strade con un metro e mezzo d’acqua. Chiuse tre stazioni del metrò, mentre la popolazione ha dovuto abbandonare i piani bassi delle abitazioni.
Come spesso succede in questi casi, molte strade sono rimaste bloccate, isolando così i tanti che si erano recati nelle località balneari nel nord del paese in coincidenza con il carnevale. Proprio qui, nello stato del Vargas, è stata dichiarato ieri lo stato d’emergenza. Le scuole oggi sono rimaste chiuse. Anche le piste dell’aeroporto internazionale sono state allagate; tuttavia, oggi è stato riaperto al traffico.
Il livello d’allerta rimane ancora elevato per le prossime 24 ore; è in arrivo un’area di alta pressione dal Pacifico del sud che dovrebbe causare lo spostamento della tempesta dal centro – nord all’est del Venezuela.
Le grandi piogge di ieri hanno causato così tanti danni perché hanno colto impreparata la popolazione; gennaio è in effetti considerato un mese relativamente secco. A Caracas in ventiquattro ore sono caduti 84 millimetri di pioggia, superando il precedente record di 73 millimetri in un singolo giorno, risalente al 1951. Per capire l’entità dell’evento, basti pensare che a gennaio la media è di 10 millimetri al mese. Nel 1999 pesanti precipitazioni avevano causato decine di migliaia di morti nella zona caraibica del Venezuela, uno dei peggiori disastri naturali del Sudamerica.