L’anidride carbonica presente nell’atmosfera è rappresentata solo in tracce, con una composizione (concentrato) stimabile intorno allo 0,04 per cento per volume considerato.
Nonostante la relativa incidenza di tale agglomerato, esso è nel pieno mirino di climatologi e scienziati dell’atmosfera. Tale gas è quasi totalmente trasparente alle radiazioni solari, ma di contro, non reattivo alle radiazioni opache che vengono rappresentate dalle lunghezze d’onda dei raggi termici.
Il suo comportamento, come è noto, è quello di interagire come un qualsiasi gas “serra”, permettendo ai raggi solari di attraversare l’atmosfera e favorirne il relativo riscaldamento al suolo.
Questa sembra per molti studiosi la logica soluzione, che sommata ad una miriade di altre, porterebbe ad un inevitabile riscaldamento globale del nostro Pianeta.
Di contro, la presenza di tale gas avrebbe una notevole capacità di assorbire il calore dal suolo, riducendo in maniera drastica l’effetto sopra descritto.
Di conseguenza molti, una parte degli scienziati, hanno dedotto che il nostro Globo sarebbe molto più caldo senza la presenza, anche millesimale, di anidride carbonica.
Un processo che divide in maniera anche marcata le varie correnti di pensiero.
Già alla fine dello scorso secolo, due fisici di fama internazionale, osservarono che se la presenza di CO2 si fosse solo raddoppiata nel giro di venti anni (riscontri attuali) la terra non avrebbe avuto un incremento medio di 0,5° C ma di ben 8° C.
Ciò non è non si è verificato.
Solo successivamente riparametrarono il tutto ad un aumento termico riconducibile a 1/ 2 ° C.
Questo è quanto, attualmente risulta dalle varie simulazione dei modelli matematici sull’andamento globale, visto per eccesso e circa il riscaldamento Planetario. Tuttavia esso rappresenta, secondo dati recentissimi, un’esasperazione, rivista verso l’alto, circa l’effetto dell’anidride carbonica sulla nostra atmosfera.
Tuttavia se il ” comune pensiero” di alcuni scienziati portava a delle conclusione “catastrofiche”, si apre, in opposizione, una diversa “ideologia” che illumina angoli ancora “oscuri” del sapere.
Un gruppo nutrito di studiosi ritengono che non si possono distinguere, quindi essere considerati parte marginale di un sistema complesso, le mutazioni climatiche causate e prodotte del CO2; ma che questo gas, le cui proprietà erano state spesso “additate come il vero male dell’epoca industriale”, avevano in se tutte le potenzialità di ridurre l’aumento termico; riducendolo in una progressione molto più lenta, e sicuramente dagli effetti non così dannosi.
Quindi, nel corso degli anni, tra coloro che si classificarono “come Cassandre delle disgrazie” ed altri meno “strumentali e plateali”, ne fuoriuscì un’assoluta non dannosità del concentrato di anidride carbonica nella libera atmosfera. Tutto ciò, sempre secondo molti studiosi, tra il 2006/2008 porterebbe ad una quasi parità tra “l’equazione”: +0,5° C (effetto serra) e -0,8° C (aumento del Co2). Pareggio o riconduzione verso il basso????
Veramente Signori, pur nella sua quasi perfetta rappresentazione, la scienza mostra ancora “in corpore” delle enormi contraddizioni.