Ci siamo lasciati con una discreta possibilità circa l’evento per una spinta dinamica dell’anticiclone atlantico verso latitudini molto settentrionali. Dal modello di Reading (ECMWF), sempre incentrato per le date del 22/24 del corrente mese, si deduce tale intenzione anche in maniera molto più amplificata rispetto al previsto. Non si tratta di un “forcing oceanico”, ma di una naturale conseguenza dello svilupparsi di tempeste tropicali che ricreano le condizioni “ideali” per marcati interscambi termici e pulsazioni dinamiche molto accentuate.
Partendo dall’espressione numerica del modello sopra citato, potremmo cercare una via di tendenza che si possa racchiudere, nelle linee di massima, in questa seguente maniera:
nell’osservare la disposizione dell’asse di “alta”, si nota una propensione e relativa sua inclinazione verso nord, nord est. Tale disposizione dei centri pressori, dato tale orientamento, costringerebbe l’ex vortice atlantico ad entrare gradualmente nell’area mediterranea provocando una prima fase di nuovo raffreddamento (non marcato) e condizioni di tempo instabile per buona parte del nostro territorio. Tale “segmento” temporale, al momento, eluderebbe nevicate a quote medio basse. Ciò che ci preme più segnalare, invece, sarebbe la particolare configurazione che l’intera struttura barica assumerebbe nella relativa sua evoluzione verso la fine del mese, attraverso una buona possibilità di chiusura di detto vortice in quota sulle nostre regioni centro settentrionali.
Un passaggio che sembrerebbe obbligato, data la congiunzione (ponte anticiclonico sul nord Europa) dei due centri di alta pressione (atlantico dinamico + continentale dinamico).
Ecco nuovamente la comparsa delle correnti, nei medio e bassi strati dell’atmosfera, provenienti da NE ed accompagnate da un più netto decremento termico. Tale situazione “finale” non sarebbe priva di centri depressionari che, in maniera anche retroattiva, potrebbero raggiungere la nostra Penisola e portare nuovamente delle manifestazioni nevose. Manifestazioni relativamente diffuse su buona parte delle regioni centro settentrionali, in una prima fase, e soprattutto a carattere di “rovesci” sempre a quote medio basse.
Questa volta non si parte da un “est shift” che ha favorito, in passato, molte delle aree orograficamente “perfette”, ma da una situazione “opposta”: scivolamento iniziale verso ovest , seguito da un graduale riassorbimento verso oriente. Passaggio fondamentale per “rendere giustizia” verso coloro che non hanno, goduto in pieno, delle occasioni nevose passate.
Inverno alla fine, ma stracolmo di contraddizioni “transitive”.