La circolazione atmosferica del Nord Emisfero sta diventando sempre più caotica e, talvolta, imprevedibile. La primavera, infatti, è una stagione di transizione, particolarmente volubile soprattutto quando cercano d’imporsi “forcing” anomali di diversa tipologia.
Anomale forzature sulla circolazione delle medie e alte latitudini dell’Emisfero boreale derivano sopratutto dall’attuale circolazione stratosferica e dalle anomalie della Madden Julian Oscillation nella fascia inter-tropicale.
La fase attiva dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (Madden Julian Oscillation) si è rinvigorita ulteriormente sull’Oceano Indiano orientale, rallentando notevolmente nel suo moto verso levante. Di conseguenza, sembra volersi manifestare nuovamente una MJO quasi stazionaria, ma di polarità opposta rispetto a quella osservata tra la seconda metà di gennaio 2004 e la prima decade di marzo 2005.
Ora, l’area favorevole all’attività convettiva tropicale interessa gran parte dell’Oceano Indiano e l’Indonesia, mentre quella che determina la soppressione dell’attività convettiva si estende dal Pacifico orientale all’Oceano Atlantico.
Periodi di MJO anomale sono spesso connessi a fasi di debole El-Niño, come quella attuale. La prevista, graduale, attenuazione dell’attuale fase ENSO (El-Niño/Southern Oscillation) sembra non volersi realizzare e ciò fa ritenere che nel prossimo futuro possano manifestarsi notevoli anomalie nella circolazione tropicale, con ripercussioni anche sulla circolazione delle medie latitudini del nostro emisfero.
Al momento, l’oscillazione intrastagionale tropicale espone al rischio di “landfall” di cicloni tropicali soprattutto l’Australia nord-occidentale, l’India meridionale e lo Sri Lanka. La prevista, lenta, migrazione della MJO sul Pacifico occidentale esporrà, nel medio termine, a rischio di cicloni tropicali l’Australia nord-orientale e le Filippine.
L’agonizzante vortice polare stratosferico è destinato a scomparire con un mese d’anticipo rispetto allo scorso anno provocando una circolazione zonale troposferica tardo-primaverile più lenta di quella del 2004.
Cessato il notevole sviluppo di “blocking” che ha condizionato le dinamiche troposferiche tra la metà dello scorso inverno e l’inizio della primavera climatica, dovrebbe manifestarsi, nella seconda metà della primavera climatica, un incremento del numero di onde planetarie, con locale sviluppo di blocchi di breve durata, generalmente ad onda corta.
Nel medio-lungo termine, nella circolazione emisferica dovrebbe prevalere una “wave3 pattern” (talora una circolazione a quattro onde planetarie), con temporanei “blocking”. Grandi onde anticicloniche in quota dovrebbero formarsi prevalentemente sul Pacifico centro-orientale, sull’Asia centro-occidentale, sull’Oceano Atlantico e, occasionalmente, sul Nord America.
Il carattere “caotico” e pulsante del promontorio anticiclonico atlantico determinerà ripetuti “split” del “jet stream” polare e favorirà reiterate irruzioni di aria nord-atlantica sull’Europa meridionale.
Il rallentamento del flusso zonale in quota alle medie latitudini e l’elevata vorticità relativa associata agli impulsi nord-atlantici produrranno vistosi “cut-off” ciclonici. I vortici freddi in quota, in graduale migrazione verso i Balcani, alimenteranno circolazioni cicloniche d’aria instabile su gran parte del territorio nazionale, alternate a brevi parentesi di bel tempo.
Quest’andamento meteorologico coinciderà col periodo di massima frequenza primaverile delle irruzioni di aria fredda sull’Italia. Nella seconda decade di aprile, infatti, (talvolta anche nella terza) il nostro Paese, insieme al Mediterraneo centrale, viene frequentemente visitato da correnti artiche marittime, talvolta con nevicate a quote molto basse.
I promontori anticiclonici asiatici e del Pacifico, almeno nel medio termine, saranno incoraggiati da “forcing” di matrice tropicale associati all’attuale fase MJO. Quello asiatico, sostenuto anche da “forcing” orografici, assumerà generalmente caratteristiche di “blocking” ad onda lunga perché in costante conflitto con un vigoroso vortice freddo in quota collocato sulla Siberia settentrionale.
A valle di questo promontorio anticiclonico, si verificheranno colate artiche dirette verso l’Estremo Oriente e il Pacifico occidentale che innescheranno, entrando in conflitto con un intenso anticiclone sub-tropicale, una marcata attività ciclogenetica e frontogenetica. Le correnti perturbate del Pacifico investiranno il Nord-America producendo ondate di maltempo, temporaneamente anche intense, specialmente sulle Grandi Pianure e sulla “east coast” in concomitanza con massicce avvezioni di aria calda ed umida di origine tropicale.