Nonostante le anomalie termiche in discesa rispetto all’anno precedente, il 2011 a livello globale va considerato in realtà come un anno piuttosto caldo, tutt’altro che in discontinuità col passato: non si può infatti trascurare l’influenza del fattore climatico ENSO-, con la Niña assoluta dominatrice soprattutto nella parte iniziale e finale dell’anno. Ricordiamo che la Niña è quel fenomeno che, contrariamente ad El Niño, determina un raffreddamento anomalo delle acque del Pacifico centro-orientale, al largo delle coste del Perù, con ripercussioni un po’ su tutta la fascia tropicale. Data la vastità della zona interessata, questo raffreddamento incide sul bilancio termico complessivo del Pianeta.
Ricordiamo quali sono i dati d’anomalia con cui ha chiuso il 2011, leggermente diversi a seconda dell’Istituto Climatico di riferimento. Secondo la NASA, il 2011 si è piazzato al nono posto fra quelli più caldi con un’anomalia di +0.45°C, mentre per NOAA e Met-Office il 2011 è risultato come l’undicesimo più caldo con anomalie rispettivamente pari a +0.41°C e +0.36°C. L’andamento del 2011 ha rispecchiato una tendenza sempre più consolidata, nella quale quasi tutti i 10 anni più caldi nell’era della meteo-climatologia moderna si sono verificati dal 2000 in poi.
Alla luce del fattore Niña, il 2011 assume un aspetto diverso, rispetto all’analisi grezza numerica. Se restringiamo lo sguardo ai soli periodi condizionati dall’anomalo raffreddamento delle acque del Pacifico, si scopre che l’ultimo anno è stato quello in assoluto più caldo. Il precedente anno nella quale vi era stata l’influenza della Niña era stato il 2008, anno nel quale l’anomalia termica è risultata di poco inferiore rispetto al 2011.