Poco meno di un mese fa avevamo evidenziato l’eccezionale fase di maltempo che aveva colpito il cuore del deserto sahariano, fra l’Algeria, la Libia e la Tunisia. Si erano registrati nubifragi da record a Tripoli, ma è sull’entroterra desertico, zone abituate a non vedere una goccia d’acqua, che la pioggia ha creato maggiore scalpore. La mappa qui a lato è assolutamente eloquente e si riferisce alle anomalie delle precipitazioni d’ottobre: prevalgono gli scarti ben sopra la norma ed in azzurro sono rappresentate quelle aree laddove è caduto qualcosa come circa il 400% di pioggia in più rispetto allo standard mensile.
L’anomalia barica di quest’autunno si è di nuovo presentata a più riprese: una nuova goccia fredda è sprofondata ad isolarsi sulle aride terre interne dell’Africa nord-occidentale rinnovando l’instabilità con nubifragi di un’intensità insolita per quelle zone. Ci riferiamo alla Tunisia, dove si sono avute frequenti situazioni di maltempo e le piogge torrenziali, capaci di scaricare quantitativi di pioggia impressionanti, hanno portato gravi esondazioni con 3 vittime, con allagamento anche dell’aeroporto della Capitale. Tra le 18 GMT di sabato e la stessa ora di domenica, 108 mm a Tabarka, 81 a Tunisi/Cartagine, 56 a Beja, 53 a Bizerte. Non è andata poi meglio ieri, esordio di novembre, con un’altra serie di violenti nubifragi: 127.6 mm a Siliana, 72.0 mm ad El Kef, 71 mm a Tabarka e 67 mm a Beja.
Furioso maltempo anche in Algeria, soprattutto nella provincia nordorientale di Batna. Gli accumuli più significativi in 24 ore fra sabato e domenica: 88 mm a Batna, 47 ad Annaba, 42 a Tebessa. Nella giornata di martedì la località più piovosa è stata Jijel Achouat con 57 mm, dopo i 41 mm caduti il giorno precedente. Il quadro che viene fuori è quello di nubifragi davvero spaventosi, censiti nonostante la rete di stazioni meteo non sia certo così capillare in queste zone.