Non è la prima volta che affrontiamo questo argomento e forse non sarà nemmeno l’ultima. Magari perché di questi tempi paradossalmente è diventato quasi più semplice prevedere il tempo sulla base dei ricorsi passati piuttosto che perdersi nei meandri talvolta cupi dei modelli di previsione.
È chiaro che non si potrà mai prescindere dagli stessi, ma quel che continua a stupire giornalmente è la cadenza con la quale si ripetono determinate evoluzioni meteorologiche, quasi come esistesse da tempo un copione scritto e da seguire nei minimi dettagli. Tuttavia spesso si guarda dalla finestra nell’intento di scovare qualche elemento di novità, magari presagio di un cambiamento differente dai tanti avuti nel corso di questa stagione estiva.
Ma se vogliamo, almeno in termini statistici, quella del 2005 rappresenta una stagione quasi “normale”. Il bel tempo non è certo mancato, così come le fasi di gran caldo e quelle più fresche. Se in passato eravamo abituati a 4-5 ondate africane, sino ad ora possiamo ritenerci all’interno della “media” prevedibile. Ed essendo giunti al mese di agosto, possiamo ritenere che non ci dovrebbero essere grosse variazioni, nonostante a giugno si sia gridato da più parti ad un 2005 peggiore dell’indimenticato 2003.
Quel che forse si discosta da quanto si può definire “normale” è il percorso che ci ha condotto a determinate manifestazioni atmosferiche. Alcune volte addirittura violente, un tempo considerabili l’eccezione e non certamente la regola.
Ma analizzando poi l’andamento delle stagioni estive degli ultimi 5 anni, forse ci si rende conto che qualche meccanismo è notevolmente cambiato. Alcuni ingranaggi si sono indeboliti, altri rafforzati. Ecco allora spiegato come forse dovremo adattarci ad un clima sempre più dettato dagli eccessi termici. In un senso o nell’altro.
La peculiarità del clima Mediterraneo, piuttosto dolce e mai eccessivo, sta pian piano venendo meno. Sembra quasi di vivere in un immenso Continente lontano dalle miti influenze marine, dove il caldo e il freddo si ritrovano spesso a contendersi porzioni dello stesso territorio. Dalla cui lotta derivano aspri risultati, talvolta persino violenti.
E se magari ci si volesse avventurare in una previsione per la prossima stagione invernale, prescindendo dalla scientificità della materia, si potrebbe puntare su una stagione simil 2004/2005. Ma preferiamo non giocare, l’intercedere del tempo ci darà le dovute riposte.