NOVEMBRE
Gemmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate
fredda, dei morti.
Pascoli
Novembre è il mese centrale dell’Autunno.
Inizio trascrivendo questa splendida poesia del Pascoli perché la vita non può prescindere dalla poesia, dall’arte e dovrebbe essere insito in ognuno di noi un animo sensibile.
Il mio compito è quello di trasmettere, nel miglior modo possibile, le conoscenze meteorologiche trasformandole in previsioni ma, come è possibile notare parafrasando, anche il Pascoli aveva inquadrato, con incredibile maestria e padronanza della lingua, il periodo meteorologico in fieri.
Inizialmente viene attribuita una immagine dolce, solare del mese novembrino, descrivendo una atmosfera simile alla primavera. Poi, di colpo, si ritorna alla realtà introdotta da una avversativa intensa…l‘illusione dell’estate, del sole dolce primaverile viene interrotta improvvisamente.
Il Pascoli riesce, con poche parole, a rappresentare il periodo autunnale che stiamo vivendo, fatto di belle giornate scaldate da un tiepido sole ma, appena ci guardiamo attorno, osserviamo gli alberi spogli, la nebbia, il tappeto di foglie ed il vento, freddo, che ci ricorda l’avvicinarsi dell’inverno.
Novembre è “sorto” dalle scorie del mese di Ottobre, conclusosi sotto la spinta dell’ennesima goccia fredda, con aria proveniente da est e depressione sul basso/medio versante tirrenico.
L’eredità lasciata è quella tipica dell’estate di San Martino, con ponte anticiclonico e giornate soleggiate, pronunciate escursioni termiche nei fondovalle e qualche nebbia.
L’indice teleconnettivo per eccellenza di questo Inverno appare la Qbo (quasi biennal oscillation), come se questa potesse da solo cambiare le sorti meteorologiche del Mediterraneo o chissà quale altra zona. Purtroppo, nonostante questo index si configuri ottimamente, segnando estremi negativi, la configurazione teleconnettiva non appare delle migliori, quanto meno per il mese in corso.
Noi, paese centrale del Mediterraneo, avremmo bisogno di ripetuti impulsi atlantici per ottenere piogge ben distribuite e la tanta agognata neve in montagna, in particolare per il settore alpino; quest’ultimo ha necessità, non più dell’Appennino, di ricevere importanti nevicate anche per frenare l’ablazione dei ghiacciai, ormai ridotti, alcuni, a glacio-nevati o lenti di ghiaccio, come è facile individuare in diversi settori dolomitici o nello stoico circo glaciale del Calderone.
Un presupposto fondamentale per osservare una meridianizzazione dei flussi sul versante occidentale europeo è un pattern NAO/AO non positivo o non fortemente positivo, una condizione AMO neutra o tendente al negativo, un pattern EA/WR negativo, una MJO in evoluzione, in continuo movimento, una condizione delle SST atlantiche e pacifiche (vedi NINO e PDO) favorevoli. Insomma, come potete capire servono diversi fattori o quanto meno più agenti per potersi sbilanciare positivamente.
L’Hp azzorriano di questi giorni è figlio di un pattern NAO/AO positivo, che aiuta senz’altro la progressione verso nord/nord-est di promontori alto-pressori, i quali spesso invadono il Mediterraneo o, conseguentemente, spanciano dalla Danimarca/Germania sin verso la Alpi, provocando venti di foehn per via dello scompenso barico.
Allo contempo un pattern di codesto tipo incentiva l’attività del VP poiché una AO+ è sintomo di una zona basso-pressoria alla alte latitudini; tra l’altro già nel mese di Ottobre il vortice polare ha mostrato segni di vivacità, con i primi movimenti stratosferici, prevalentemente nel comparto canadese. Gli effetti del riscaldamento sembrano muoversi in questi giorni, con le prime previsioni di colate fredde negli States ma, anche se implicitamente, l’attività polare, assieme alla Qbo, è stata una delle cause del pattern EA/WR di Ottobre, con successiva inibizione del getto atlantico e meridianizzazione preponderante dai settori nord-orientali.
Ma quanto può durare questa condizione? Potremmo essere sempre presi di mira da cut-off vaganti o le condizioni muteranno?
Novembre si pone come mese di transizione, oltre che tra due stagioni, anche nella fase di cambiamento teleconnettivo e quindi sinottico.
Come ho poc’anzi scritto, il pattern AO+ sta incentivando l’azione polare.
Questa situazione darà vita ad una accelerazione del Vp perciò sarà lecito attendersi, per altro in un regime di Qbo- (ergo favorevole alle ondulazioni), una oscillazione delle westerlies e prossime colate fredde in movimento verso sud.
La prima di queste azioni nord-sud dovrebbe, considerata la posizione dell’Hp, scivolare verso i Balcani o comunque dirigersi verso i settori orientali, proprio in queste ore/successive.
La seconda, prevista a cavallo della prima decade, potrebbe anche assumere una connotazione maggiormente artico-marittima e ciò potrebbe significare che, seppur lentamente, la zonalità atlantica verrà messa in difficoltà dalle accelerazioni del Vp, ma non solo.
Notiamo che in zona groenlandese, anche in queste ore, vige una sistema pressorio stabile; questa situazione favorisce il raffreddamento e getta le basi, grazie alla possibile ripresa delle westerlies, per il movimento di masse d’aria fredde verso sud che, in considerazione della AMO+, potrebbero deviare più facilmente verso la penisola scandinava, assumendo le proporzioni e le caratteristiche della massa d’aria artico-marittima.
Tutto ciò, a differenza di Ottobre, si tradurrebbe in una maggiore propensione allo Scandinavian Pattern negativo, con migliori probabilità che il flusso atlantico si attivi, grazie ad una disposizione semi-zonale dell’Hp e una tendenza termica in media o lievemente sotto media.
Questo non significa che verranno arrestate le correnti orientali bensì che c’è una miglior inclinazione ai flussi occidentali rispetto ad Ottobre.
Novembre, con i primi freddi più duraturi e la neve sulle montagne (già caduta in ottobre) introdurrà
il periodo invernale, atteso come non mai dopo mesi e mesi sopra media ed un inverno, quello scorso, rimasto nella memoria di tutti come un proseguo forzato dell’Autunno, considerate le medie termiche e l’assenza della neve sui monti.
Non è facile inquadrare oggi la condizione del prossimo trimestre però possiamo dire che, rispetto all’anno scorso, abbiamo diversi parametri che sono in uno status nettamente migliore, con una evoluzione che, seppur difficile, ermetica, potrebbe rivelarsi proficua per il futuro.
Uno di questi è la Qbo, da mesi ormai sugli scudi per il suo passaggio in fase negativa nelle varie fasce bariche. Eppure, non in tutte le aree soggette allo studio dell’index, il passaggio in fase orientale è avvenuto. Si può notare che nella zona equatoriale i venti stratosferici al di sotto dei 70hPa hanno mantenuto condizioni positive, a differenza dei movimenti negli strati superiori.
Ciò potrebbe condizionare, nei prossimi mesi, il pattern NAO/AO, prevalentemente quello AO con successivo riflesso sulla condizione AO, portando questo index su valori negativi.
Inoltre il ciclo solare, che l’anno scorso ha raggiunto valori di spicco, è attualmente in fase conclusiva, considerato che nel 2008 dovrebbe partire un nuovo ciclo di Schwabe (11 anni).
Diverse letture e studi evidenziano come i cicli solari sarebbero in gran parte responsabili delle fluttuazioni climatiche e dei mutamenti degli index nel tempo.
Molto spesso, specie se si considera un ciclo breve come quello di Schwabe, la fase di minimo non coincide quasi mai con una alterazione immediata dei valori teleconnettivi; difatti l’anno scorso parlavo di un inverno di gestazione anche per questo motivo.
Ad oggi, come in passato, ci ritroviamo in una condizione di NINA, spesso avutasi anche in altri periodi similari di ciclo solare, in quanto quest’ultimo può condizionare le SST atlantiche ed, in primis, il fondamentale ciclo della Cella di Hadley.
Sarà un Inverno freddo vecchio stampo?
Nel futuro prossimo cercheremo di dare maggiori certezze.