Gli ultimi residui della perturbazione, in transito ieri lungo la Penisola, hanno interessato il sud, con fenomeni maggiormente significativi rispetto alle restanti zone dell’Italia.
Infatti la modesta depressione, una volta giunta verso il basso Tirreno, ha operato un richiamo d’aria più fresca e instabile in quota dall’area Balcanica, quest’ultima ancora interessata marginalmente dalla saccatura fredda (fino a 48 ore fa sull’Italia) ulteriormente evolutasi verso est, sulla Turchia.
Le aree del basso Tirreno hanno visto i maggiori accumuli, con circa 20 mm sul Messinese. Sull’Appennino meridionale si sono avute anche nevicate al di sopra dei 1500 metri, e ad onor del vero la neve caduta negli scorsi giorni a quote più basse è stata messa in crisi dalla pioggia.
Al seguito della modesta depressione, si riaffaccia il promontorio anticiclonico, che tuttavia proseguirà a mantenere il profilo basso, nel vero senso della parola. Ciò permetterà il passaggio di una nuova ondulazione ciclonica per la giornata di domenica, i cui primi effetti s’avvertiranno già alla fine della giornata di domani.
Flusso debolmente perturbato atlantico, che tenderà ulteriormente di poco ad abbassarsi di latitudine nella giornata di lunedì, ma il tutto sarà insufficiente a mettere in crisi l’Anticiclone, che reggerà bene l’urto più a sud, e nei giorni successivi risponderà con parziale componente sub-tropicale verso il Mediterraneo centro-occidentale, a causa di una saccatura in approfondimento a ovest della Penisola Iberica..
Il gioco delle due forze determinerà sul Mediterraneo un continuo flusso di correnti mediamente occidentali, che trasporteranno aria umida e prevalentemente mite. Questo tipo d’influenza non porterà a nulla di buono in termini di piogge, e allo stesso tempo non potranno esserci nemmeno le giornate splendide, tipiche dei forti domini anticiclonici.
Condizioni meteorologiche che vengono facilmente definite anonime, ma soprattutto sarebbe il caso di dire anomale, in quanto è una tipica circolazione più frequente nelle prime fasi autunnali. Un autunno che quest’anno si è mostrato assai secco, e che non intende cedere il testimone all’inverno.
Da più parti si sentono proclami di un inverno che potrebbe anche non venire mai quest’anno, tesi avvalorate da studi più o meno scientifici.
Tuttavia, se Gennaio pare improntato ad una circolazione mite senza grossi scombussolamenti almeno prima della terza decade del mese, nessuno può davvero sbilanciarsi sulle sorti del mese di Febbraio, che spesso negli ultimi anni è stato il vero mese prescelto dall’inverno per mostrare il meglio di sé, anche a seguito di mesi di Gennaio secchi e anticiclonico
Per il momento, è innegabile un’intensa anomalia termica positiva che addirittura interessa una vasta parte dell’Emisfero nord, e non solo il comparto Europeo com’era stato per buona parte della stagione autunnale.
E dunque ci limitiamo a segnalare alcuni fenomeni fuori stagione fra cui la fioritura delle mimose, che tuttavia non rappresenta certo un caso eccezionale, e non è nemmeno un segnale inequivocabile di una primavera che potrebbe anticipare le tappe, rubando la scena ad un inverno restato in letargo, almeno fino a questo momento.