Di questi tempi, “normalità” è un termine che va ben poco d’accordo con la meteorologia: i ricorrenti episodi estremi, gli eccessi di caldo o di freddo (nell’epoca del conclamato riscaldamento globale) stanno proprio a dimostrare come ormai sia proprio la normalità climatica paradossalmente a rappresentare la vera eccezione. Eppure, il mese di settembre, almeno a livello europeo, ha avuto un andamento clamorosamente regolare, con scarti termici davvero ridotti rispetto ai canoni del periodo.
Non di rado accade che, quando un mese chiude nella norma, questa sia in realtà il risultato di un susseguirsi costante di episodi marcatamente freddi o caldi, insomma una vera altalena nella quale la compensazione gioca un ruolo preponderante. Quanto appena descritto non corrisponde a quello che è stato il settembre 2010, davvero in regola costante nell’intero suo svolgimento praticamente sull’intera Europa: solamente la fase conclusiva del mese è stata leggermente più fresca della norma ma, considerate altre piccole modeste fasi calde precedenti, ecco che nel suo complesso settembre ha chiuso entro canoni d’assoluta normalità.
In questo settembre abbiamo così visto l’estate ridimensionarsi lentamente e spianare dolcemente la strada all’autunno ad iniziare dal Nord Italia, come di regola è normale che avvenga nel primo mese meteorologico della stagione intermedia. Bisogna davvero andare a cercare il pelo nell’uovo per provare ad addentrarsi in quelli che sono stati i tratti salienti del mese sull’Europa e dovunque osserviamo scarti dalla norma davvero poco rilevanti, non oltre la barriera dei 2-3 gradi. Leggere anomalie negative del tutto locali hanno prevalso tra i settori centrali europei e l’Italia, mentre lievi scarti positivi hanno predominato in Gran Bretagna, sulla Penisola Iberica, sulla Turchia e su parte delle nazioni del comparto orientale europeo fino alla Finlandia.
L’andamento delle precipitazioni a settembre è stato un po’ meno regolare, ma in quello che è il tipico ambito d’inizio autunno. La cartina in basso ci aiuta a comprendere quali sono state le maggiori anomalie al riguardo: un’area di precipitazioni molto al di sopra della norma ha colpito gran parte del Centro Europa, ma in particolare l’Ungheria, la Slovenia e la Croazia, nazioni che sono state purtroppo alle prese con conseguenze localmente alluvionali per via di nubifragi particolarmente intensi. Non mancano anomalie in senso opposto: le zone rappresentate con tonalità marroncine hanno avuto in genere totali pluviometrici mensili all’incirca dimezzate rispetto alle medie previste per questo periodo.