Autunno pieno, questa è stata la stagione che ha caratterizzato i primi giorni della settimana centrale di gennaio, quando invece l’inverno dovrebbe dare il meglio di se. Miti correnti occidentali, pilotate dalla depressione d’Islanda, solo debolmente perturbate hanno portato cieli grigi un po’ ovunque, temperature molto miti, per non dire calde, soprattutto in montagna e nelle zone sottovento (soggette quindi a effetti favonici, vedi i 25°C toccati nella corsa Bastia). Le modeste ondulazioni del flusso non hanno favorito precipitazioni consistenti, che comunque sono state piovose fino ad alta quota (ha piovuto anche al Sestriere), malgrado la pressione sia scesa in modo netto.
Mercoledì notte la prima svolta, con l’ingresso di correnti nordoccidentali molto più fresche e asciutte, con rasserenamenti ampi giovedì al nord e su centrali tirreniche e Sardegna, mentre il tempo è stato più perturbato al meridione e sulle centrali adriatiche. Oggi, venerdì 15 gennaio, inizia con cielo dapprima sereno o poco nuvoloso su tutta la penisola, ma avremo un rapido peggioramento del tempo sul settore ligure-alto tirrenico, per l’ingresso di venti di libeccio. Il peggioramento, entro sera, si estenderà all’Italia centrale e alla Campania: su tali zone saranno possibili precipitazioni, generalmente deboli, mentre il nord Italia rimarrà protetto dall’arco alpino, vista la prevalenza nord-occidentale delle correnti in quota.
Sabato le precipitazioni saranno più consistenti, per la maggiore vorticità delle correnti che assumeranno maggiore componente sud-occidentale. Le piogge interesseranno il centro e il nord, anche moderate su centro Italia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Dalla sera ulteriore peggioramento sul Golfo Ligure, dove si comincerà a formare una depressione al suolo, per l’imminente arrivo di un nuovo sistema perturbato dalla Francia. Domenica la formazione della depressione sul Mar Ligure sarà causa di maltempo già nella prima parte della giornata sul nord e soprattutto il centro. La presenza di isoterme molto fredde in quota determinerà probabili fenomeni temporaleschi, con possibili nevicate a partire da quota 500 metri su Alpi e Appennino, forse verso sera a quote inferiori.
La depressione e l’aria fredda in quota si sposteranno poi verso l’Italia centrale e la Sardegna, ove anche qui provocheranno maltempo e neve a bassa quota, già domenica pomeriggio (al sud il tutto arriverà verso sera), mentre il tempo migliorerà al nord, con ingresso di fredde e secche correnti di tramontana.
Sabato 17 gennaio su Alpi e Prealpi nuvoloso con deboli nevicate fino a bassa quota, in particolare su alta Valle d’Aosta, Ossola, Valtellina, Alto Adige, Cadore, Carnia e tarvisiano. Anche su Liguria, Emilia-Romagna, pianura veneta e friulana nuvoloso con precipitazioni deboli, al massimo moderate, nevose sull’Appennino oltre i 900 m; altrove nuvolosità irregolare, generalmente senza fenomeni. Temperatura in lieve aumento nei valori minimi, massime in diminuzione.
Su tutte le regioni centrali cielo irregolarmente nuvoloso, con nuvolosità più intensa sulle zone appenniniche e sulle regioni tirreniche, dove non mancheranno piogge sparse e spolverate di neve in quota oltre i 1300-1400 m (quota neve in lieve calo nel corso della giornata). Temporanee schiarite lungo la fascia costiera adriatica. Sulla Sardegna nuvolosità variabile con isolati rovesci. Temperatura in lieve aumento, venti di libeccio, tendenti a maestrale sulla Sardegna e a est-sudest sull’Adriatico.
In mattinata cielo parzialmente nuvoloso al sud con ancora ampi rasserenamenti. Tendenza a generale peggioramento a partire da Campania e da Basilicata e Calabria tirreniche con piogge sparse e rovesci temporaleschi. I fenomeni si estenderanno anche al resto della Basilicata e al nord della Sicilia, mentre saranno più sporadici sulle rimanenti zone. Temperature stazionarie o in lieve aumento, venti moderati da W-NW sulla fascia tirrenica, di libeccio su Ionio e basso Adriatico, tendenti a ruotare da sudest.
Su tutte le regioni settentrionali nuvolosità irregolare domenica 18 gennaio con ampie schiarite su Piemonte settentrionale e Lombardia ed annuvolamenti invece più intensi su Triveneto, Emilia-Romagna, Oltrepò Pavese, versante padano dell’Appennino Ligure e basso Piemonte dove non sono escluse precipitazioni con neve sino a quote collinari. Probabili precipitazioni anche sulla costa ligure da Genova verso est. In serata generale miglioramento, a partire dai settori più occidentali. Temperatura in diminuzione, specie nella seconda parte della giornata. Venti moderati da nord-est.
Nella prima parte della giornata tempo instabile, a tratti perturbato, al centro con rovesci sparsi, nevosi sull’Appennino oltre i 900-1000 m. Possibili temporali sulla Sardegna. Nel pomeriggio e ancor più in serata il tempo andrà migliorando su alta Toscana e Sardegna occidentale, mentre sulle altre regioni il tempo rimarrà piuttosto perturbato con la quota neve che andrà calando fino a 500 metri, forse anche qualcosa in meno sulle colline affacciate verso l’Adriatico. Temperatura in calo, specie nella seconda parte della giornata. Venti settentrionali.
Sulle regioni meridionali tempo instabile ma con fenomeni più frequenti su Campania, Calabria e successivamente Sicilia, dove saranno anche possibili manifestazioni temporalesche. Neve oltre 1400-1500 metri, con quota in calo in serata. Venti a rotazione ciclonica in rinforzo. Temperature stazionarie, in calo dalla serata.
Tendenza per lunedì: ancora instabilità su medio Adriatico, Sardegna orientale e regioni del sud con possibili rovesci, nevosi sino a quote collinari. Al nord, sulle regioni centrali tirreniche e sul resto della Sardegna generalmente soleggiato e ventoso. Temperatura in ulteriore calo, specie sui versanti adriatico e ionico.
DOVE ANDIAMO
Fino a pochi giorni fa i Monti Sibillini offrivano un colpo d’occhio molto bello, con un abbondante innevamento fino a quote medie, ora in parte compromesso da giorni di vento caldo e zero termico elevato. La bellezza di queste montagne rimane comunque indiscutibile anche con poca neve, e poi un weekend nella zona è anche l’occasione per visitare alcune belle cittadine tra Umbria e Marche, a partire da quel piccolo gioiello che è Norcia.
Norcia sorge al margine dei verdi prati, punteggiati da ciuffi di pioppi, dell’altopiano di Santa Scolastica (siamo a quota 600), nella valle del Sordo. E’chiusa in una cinta muraria trecentesca a trapezio irregolare; all’interno l’impianto urbano è medievale, con però molti edifici severi settecenteschi e ottocenteschi, limitati in altezza dal governo pontificio per motivi antisismici (la zona ha subito numerosi terremoti, anche recenti), e analoga funzione hanno i molti muri esterni sghembi delle case.
Sabato a Norcia avremo cielo in prevalenza nuvoloso, con precipitazioni sparse, che saranno nevose sui Sibillini, mentre in città le temperature minima e massima saranno sui 4°/6°. Domenica il tempo rimarrà perturbato, ma farà più freddo e la quota neve andrà abbassandosi, tanto che dal pomeriggio nevicherà anche nel centro abitato, mentre la temperatura, dopo una minima al primo mattino sui 4°, non supererà i 5° per scendere rapidamente nel pomeriggio e arrivare intorno a 0°/1° in serata, mentre il vento si disporrà da tramontana, rinforzando.
Specialità della zona sono i tartufi neri, che si ritrovano in piatti come il risotto alla norcina, gli spaghetti al tartufo, le beccacce alla norcina, la frittata al tartufo, i tartufi neri arrostiti. Prodotto tipico della zona sono anche le lenticchie di Castelluccio. Sempre in campo culinario non si può non parlare della grande tradizione salumiera della cittadina, così importante da identificare con il termine “norcino” l’addetto alla macellazione del maiale e alla preparazione delle prelibatezze che è possibile ricavare dalle sue carni.
Nella allora Nursia nacquero, intorno al 480, due gemelli di sesso diverso, cristianamente allevati; si chiamavano Benedetto e Scolastica e sono entrambi diventati santi. Proprio a San Benedetto è dedicata la piazza centrale della cittadina, ove si affacciano i più importanti edifici, la Cattedrale (rifatta nel ‘700), il Palazzo Comunale (conserva un portico duecentesco, ma la loggia è dell’800 e la torre del ‘700), la Chiesa di San Benedetto e la Rocca o Castellina.
San Benedetto è un bell’esempio di gotico dei sec.XIII-XIV. Ha un bel portale sormontato da rosone e un interno a croce latina che conserva nella cripta ruderi di una casa romana che la tradizione identifica con quella dei Santi Benedetto e Scolastica. La Rocca, nota anche come Castellina, è un originale costruzione eretta dal Vignola nel 1554-63 per ordine di Giulio III. Ha pianta quadrata, con saldi bastioni angolari a forre scarpata.
In direzione est la strada che sale a Forca Canapine, alto valico appenninico (m 1541) sullo spartiacque tra Tirreno e Adriatico, distante 23 km da Norcia, è la stessa che, per i primi 20 km, va percorsa anche per raggiungere il Piano Grande, interessantissimo altopiano carsico ai piedi dei Monti Sibillini, la cui massima vetta (Monte Vettore, m 2476) chiude anzi l’altopiano a oriente. Il vasto pianoro è a quasi 1400 metri di quota ed è dominato, all’estremità nord, dal piccolo abitato di Castelluccio (m 1452).
I Monti Sibillini sono Parco Nazionale (l’area protetta copre 60.000 ettari). Sono montagne prevalentemente calcaree, con fenomeni carsici, morene, circhi glaciali e il laghetto glaciale di Pilato. Vasta la rete di sentieri segnati per escursioni, compresa la facile (in estate) salita al Vettore e la passeggiata al Lago di Pilato. Possibili ovviamente anche attività invernali, quali lo sci-escursionismo, mentre l’area più importante per lo sci alpino è quella alle falde del Monte Bove, nel comune di Ussita, dove si transita lungo la strada che, valicata la Forcella di Gualdo (una volta superato Castelluccio, provenienti dal Piano Grande), si dirige verso Visso.
Visso è un “pezzo” di Marche particolare, a ovest dello spartiacque (la Nera che vi scorre finisce infatti il suo corso nel Tevere), come detto vicino a montagne dove si pratica lo sci, ma è anche bel borgo antico, frequentato per villeggiatura estiva. Santa Maria è una bella chiesa romanico-gotica (sec.XII-XIV) con abside poligonale e campanile cuspidato a bifore e trifore. Un fianco della chiesa prospetta su Piazza Martiri Vissani che, con l’attigua Piazza Capuzi, è cinta di case e palazzotti del ‘400 e ‘500, tra i quali il Palazzo dei Governatori e il Palazzo dei Priori.
Tornati in Umbria, ci rechiamo a Cascia, la patria di Santa Rita (1381-1457), che nacque in realtà nella vicina Roccaporena, dove si conserva la casa natale della Santa, trasformata in chiesa nel ‘600. Nella cittadina, molto frequentata da pellegrini (ma anche luogo di villeggiatura estiva), che domina da uno sperone la valle del Corno, sono invece il monastero in cui Rita visse, il suo roseto trapiantato, si dice, dall’orto del luogo natale, il ricordo delle virtù.
Il Monastero di Santa Rita è appunto il luogo in cui la Santa visse per 40 anni. Si visitano il coro, il chiostro quattrocentesco, l’oratorio, la cella della Santa, il roseto miracoloso.
La Basilica di Santa Rita, nella parte alta della cittadina, in posizione panoramica, è costruzione moderna (1947), a mio avviso piuttosto discutibile, sorta sul luogo dell’antica chiesa di Santa Maria Maddalena. L’interno bizantineggiante è riccamente decorato. Nel presbiterio, arredi di Giacomo Manzù (1981).