La nuova settimana si è aperta un po’ movimentata, nonostante un contesto ancora prevalentemente anticiclonico. Facendo un breve riepilogo, solo nelle prime ore mattutine di ieri si sono definitivamente esauriti, lungo le estreme regioni meridionali, gli ultimi refoli d’aria instabile legati alla vecchia circolazione perturbata che ha contraddistinto in maniera indelebile tutta la scorsa settimana, tramite l’evoluzione di un profondissimo centro di bassa pressione.
Ora l’alta pressione si è trovata subito a fronteggiare nuovi disturbi di masse d’aria provenienti dal Nord Europa, direttamente riconducibili ad una persistente area di bassa pressione centrata sul Mar di Norvegia. Il modesto affondo di una saccatura è all’origine del parziale cedimento barico odierno, anche se l’Anticiclone sta provando a tenere duro, tanto da respingere con decisione questo tentativo d’intrusione d’aria più fresca ed instabile.
Il nostro Paese si troverà ancora come campo di battaglia per quanto concerne il braccio di ferro fra i tentativi freschi/freddi dal Nord Europa e l’alta pressione presente sul comparto occidentale del Continente. Per questo la stabilità esiterà ancora ad affermarsi e si attendono ulteriori incursioni nuvolose, destinate ad essere ostacolate non solo dallo stesso Anticiclone, ma anche dall’Arco Alpino che si pone come barriera naturale alle correnti provenienti da nord/ovest.
In merito all’attacco instabile odierno, già dalla serata di ieri abbiamo potuto notare un crescente addossamento di nubi lungo i versanti alpini esteri. Si trattava della parte avanzata del fronte freddo che poi ha sfondato ulteriormente nelle ore notturne, portando le nubi a lambire i confini alpini più settentrionali del nostro Paese.
La linea instabile ha valicato poi le Alpi Orientali durante la prima parte della giornata odierna, portando le maggiori conseguenze tra i settori montuosi più a nord dell’Alto Adige, le Alpi Carniche e le Alpi Giulie, ove è caduta la neve fino a quote piuttosto basse. Va infatti sottolineato che la perturbazione si è accompagnata a masse d’aria piuttosto fredde in quota, fino a -35°C all’altezza isobarica di 500 hPa.
Il freddo è tornato così protagonista sulle vette alpine, con un accentuazione del divario termico rispetto alle zone pianeggianti. Sulla Val Padana le temperature non hanno registrato scostamenti significativi mantenendosi in genere elevate, anche a causa di correnti favoniche in discesa dalle valli alpine. In queste ore la linea instabile si sta trascinando sui settori adriatici, con piogge fra Abruzzo, Molise e nord della Puglia, mentre le aree temporalesche hanno privilegiato il mare aperto, interessando a tratti la costa marchigiana.
Il minimo barico che si è formato sull’Alto Adriatico ha contribuito a generare un gradiente barico accentuato, incentivando così venti sostenuti con raffiche superiori agli 80 km/h in Sardegna. Ad inizio giornata i venti occidentali hanno addossato nuvolaglia irregolare sulle regioni tirreniche, ma con scarsi fenomeni di rilievo. Nel complesso l’Anticiclone sta limitando i danni, mentre non lontano dai nostri confini è tornata persino la neve in zone come la Baviera (alcuni centimetri di neve anche a Monaco), mentre fiocchi sono segnalati anche a Sarajevo.