Il popolo degli appassionati di meteorologia, quelli che sono solo appassionati di neve, sono particolarmente sensibili ai dati termici, a quelli pluviometrici e, se possibile, a quelli nevosi del luogo in cui vivono.
Il clima degli ultimi 20 anni ha ridotto per tutti le possibilità di neve e ha allungato la durata dell’estate, mentre appaiono in evidente crescita le precipitazioni talvolta violente e di breve durata. Ma per fare esatti raffronti con il passato è necessario disporre di stazioni di rilevamento meteo a norma diffuse uniformemente sul territorio che dispongano di esatti dati storici.
Siamo in estate: si è detto più volte che quella in corso potrebbe essere definita una stagione prossima alla norma, probabilmente tra le più normali degli ultimi anni. Tuttavia, più volte mi è capitato di dire che in questa estate tanto normale vi sono elementi della circolazione atmosferica (probabilmente dell’umidità relativa, così della piovosità e della ventilazione) che si differenziano anche considerevolmente dalle medie.
I bollettini meteo e le proiezioni dei modelli matematici di previsione propongono l’imminente ritorno del caldo, specie per il Centro e il Sud; ma anche il Nord avrà la sua dose di calura, magari solo con qualche grado oltre i valori tipici del periodo, ma con alti tassi di umidità e afa.
Se in primavera si parla di “colpo di coda invernale” perché non parlare anche di “colpo di coda estivo”?
Ebbene, si sta preparando un autentico colpo di coda dell’estate in un periodo che tradizionalmente dovrebbe vedere una graduale decadenza della calda stagione.
Se ad ieri le temperature erano diffusamente prossime ai valori tipici del periodo, da oggi si faranno sentire gli effetti delle correnti sciroccali richiamate da una perturbazione che ha raggiunto la Francia e in giornata transiterà sul Nord, dove provocherà acquazzoni e temporali, ma anche un calo termico sulle Alpi e Prealpi. Ma non sarà “rottura dell’estate”, anche se sulle regioni settentrionali il periodo più caldo sembra essere finito e si assapora la vigilia di una decadenza della calda stagione.
Nella diffusa prassi di giudicare il tempo solo osservando quanto accade nel proprio orizzonte, spesso si perdono i contorni di una stagione, così che l’estate 2004 non è giudicabile nella sola lettura delle temperature.
Ormai il Ferragosto è passato e si attende la tradizionale “rottura dell’estate”, ma forse su questo termine c’è qualche confusione.
Qualcuno la definisce il ritorno nel torinese e milanese del temporaletto del tardo pomeriggio, la diminuzione della durata delle ore di luce, il fatto che non faccia più caldo come a luglio, quando sovente si erano registrate temperature più tipiche di località tropicali che padane.
Ho l’impressione che non sia solo il clima a tropicalizzarsi (sempre che sia esatto definire così il cambiamento del clima in corso…) ma che si sia tropicalizzata la visione climatica dell’uomo, ben oltre (quella) la situazione climatica reale.
L’Uomo Osservatore del tempo atmosferico sembra essersi perso nei meandri del clima, l’uomo non ha una buona memoria climatica, questo è risaputo. Quante volte sentiamo dire che non era mai visto questo o quell’evento meteo?
Districarsi tra quanto è nella norma e quello che non lo è non è semplice e, come ho detto più volte, probabilmente è impossibile essere corretti in questo ambito, dato che è l’uomo ad aver inventato le definizioni climatiche e ad averne disposto i confini.
L’uomo ha perso il senso dell’orientamento climatico, è vittima del sensazionalismo ed, anzi, lo pretende… dite di no? Io penso il contrario, lo sento dalle e-mail, lo leggo nei forum… questa è mia opinione, di certo discutibile.
Così che il temporaletto che sarebbe del tutto normale ad agosto sul Nord Italia, diventa rottura dell’estate.
Ma la rottura dell’estate è un affondo di masse d’aria fredda nel cuore del Mediterraneo che determinano un vistoso rimescolamento atmosferico: si rompe il lungo periodo di afa, arrivando diffusi temporali al Centro Nord, sì, ma anche su molte località dell’Adriatico.
Dopo la “rottura dell’estate”, il caldo torna sull’Italia, ma senza toccare più i livelli raggiunti sino alla prima decade di agosto, perlomeno al Centro Nord.
Quanto osserverete nei prossimi giorni non è rottura dell’estate: i temporali al Nord Italia saranno la tipica conseguenza del transito di una perturbazione oltralpe che provocherà uno scossone d’instabilità atmosferica, nel frattempo il caldo invaderà sempre più il Centro Sud, non solo: le proiezioni a medio termine indicano una sensibile rimonta dell’Alta Pressione africana fino alla Germania; altro che rottura estiva… questo è un autentico periodo d’estate.
Ad oggi, la rottura dell’estate è rimandata, anche se la stagione estiva, nella sua complessità, probabilmente è in decadenza.
In conclusione.
L’argomento trattato in questo articolo è molto delicato, ciascuno ha la sua opinione in virtù del luogo in cui abita. Quando scrivo per il MeteoGiornale esco completamente dal “mio orticello climatico” e osservo il clima italiano in una visione completa. Suggerisco a tutti di provare a fare questo esperimento: Vi aiuterà a comprendere il nostro clima e la sua evoluzione.
La Meteorologia e la Climatologia sono scienze fantastiche se viste non per fare il tifo affinché avvengano solo eventi estremi. Anche una giornata di sole senza una nuvola ha la sua importanza e andrebbe analizzata nel dettaglio.
Alla fine 1998 nacque un sito internet a cui ero molto affezionato: “Meteorologicando”. Un contenitore di link e soprattutto previsioni meteo a breve, medio e lungo termine, notizie meteo e climatiche, analisi ai modelli.
Rammento che per aggiornarlo ogni giorno mi dovevo alzare alle cinque del mattino e confesso, a volte anche alle 4,30 e qualcosina prima. Ma perché “Meteorologicando”? Ma per diffondere il desiderio di capire perché vi è il sole o la pioggia e non soffermarsi al solo tempo osservato nella propria postazione.
Nel frattempo l’offerta di informazioni meteo su Internet è divenuta notevole e Meteorologicando ha lasciato spazio a nuovi contenitori, mentre io resto sempre qui a sollecitare maggiore responsabilità nell’osservazione del clima, a propormi al quotidiano esame del lettore da quasi sei anni…
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