Le condizioni meteo sono più estreme che passato? La risposta può essere sì e no allo stesso tempo, in quanto i cambiamenti climatici ci sono sempre stati, e non c’è una sufficiente quantità di dati per avere una risposta.
Basti pensare al clima della Piccola Era Glaciale, quel periodo in cui, prima del ‘900, si aveva un clima più rigido rispetto all’Era Medioevale.
È noto che i cambiamenti climatici stanno generando novità sul tempo che viviamo, che si battono record di caldo più frequentemente, nel frattempo osserviamo in varie lande del Pianeta ingenti ondate di freddo. Questo avviene anche mentre scriviamo questo articolo.
Vi proponiamo la prima parte di uno studio del “Progetto NACLIM” finanziato dalla Commissione Europea.
Sovente scriviamo che le ricerche sui cambiamenti climatici sono svolte in Paesi anglosassoni, Russia e Cina (di quest’ultima poco trapela), ma invece anche la Comunità Europea si occupa di questa tematica e finanzia ricerche, in quanto i cambiamenti del clima influenzano la quotidianità dei cittadini e dell’economia.
La ricerca afferma: “il nostro clima si sta riscaldando. Gli scienziati stanno rilevando cambiamenti nel sistema climatico che non hanno precedenti negli ultimi decenni e forse centinaia di anni.
L’atmosfera e l’Oceano si sono riscaldati, la quantità di neve e ghiaccio sono diminuiti, il livello del mare è aumentato.
Gli Oceani hanno un ruolo importante nel controllo del clima globale, distribuendo il calore in tutto il Pianeta.
Per l’Europa, un’area di particolare importanza è nell’Oceano Atlantico del Nord, e si chiama Corrente del Golfo. Questa trasporta aria calda proveniente dai Tropici sino al Mar di Norvegia e più a nord, sino al Circolo Polare Artico che si affaccia in Europa.
La Corrente del Golfo mitiga una vasta area ad occidente e nord ovest dell’Europa, e rende il clima molto meno rigido della costa americana. Londra è posta alla stessa latitudine del Labrador, e ha medie termiche invernali di oltre 20°C maggiori.
Mentre le temperature globali aumentano, l’Artico perde ghiacci, ed in particolare un’acuta fusione avviene ogni estate in Groenlandia. Questo processo aumenta l’ingresso di acqua dolce verso l’Oceano. Ciò riduce la densità complessiva delle acque di superficie nell’Oceano Artico che rallentano e nel futuro potrebbero addirittura fermare la formazione di acque profonde, e avviare il blocco della Corrente del Golfo.
Un rallentamento della velocità della Corrente del Golfo è già stata rilevata dalle sonde oceaniche e i Satelliti.
“Per altro da due anni si ha un raffreddamento costante dell’Atlantico settentrionale” e non sappiamo se sarà costante anche nei prossimi anni, e se è solo l’inizio di un maggiore e più esteso raffreddamento.
Variazioni ancor più incisive della circolazione oceanica causati dai cambiamenti climatici avrebbero un impatto nella distribuzione del calore e sul clima globale, con un forte impatto per l’Europa.
L’Europa occidentale avrebbe inverni più rigidi di quelli attuali, le depressioni Atlantiche invernali diminuirebbero di potenza e si formerebbero ideali condizioni al prevalere dii freddi venti dalla Russia.
Ciò non vuol dire che avremo una Glaciazione, o che la temperatura media annua si abbasserà, anche perché avremo più caldo della media nel semestre invernale, con picchi termici estivi altissimi.