Il vortice ciclonico Zeno sovrasta, con i suoi 992 hPa, le Isole Britanniche. Il suo fronte freddo, allungato in linea meridiana lungo le coste occidentali europee, viene spinto verso l’interno della Penisola Iberica da una nuova e possente risalita anticiclonica azzorriana a 1028 hPa.
L’ondulazione barica a 1013 hPa posizionata sopra i Pirenei attira le forze depressionarie britanniche prolungando i suoi effetti instabili sino ai settori meridionali francesi ed ai versanti occidentali alpini.
Al centro del Continente, Irene, alta pressione a 1024 hPa, spazza via ogni residuo atlantico e spinge verso i territori russi l’esteso fronte freddo scandinavo rinvigorito dalla nuova posizione artica del ciclone Ives a 1011 hPa.
L’Italia è tagliata a metà dall’isobara a 1016 hPa che riesce a dare un po’ di ricambio circolatorio allo Stivale, sommerso, ancora, da temperature elevate.
L’affondo britannico viene evidenziato da enormi masse nuvolose compatte allungate lungo tutto il versante oceanico europeo.
Raggiungendo la Penisola Iberica, il fronte freddo impatterà, nel corso della giornata odierna, contro la superficie rovente altopressionaria subtropicale, generando violenti contrasti termici e sfociando in probabili situazioni temporalesche.
L’umidità si estende sino alle Alpi occidentali, innervosendo l’enorme stasi meteorologica altopressionaria sahariana, ormai di casa sulla nostra Penisola.
L’assenza di nubi significative sopra il centro del Continente evidenzia la statica presenza dell’anticiclone Irene. Con la sua espansione nord-orientale costringe il fronte freddo scandinavo, evidenziato nella sua struttura ad arco dalla presenza di nubi alte e molto fredde, a direzionarsi verso la Russia ed a perdere di intensità.