Scatta l’ora dei temporali:
i temporali, manifestazioni atmosferiche tipiche delle stagioni transitorie, stanno per irrompere sulla scena. Ma da cosa scaturiscono? Qual è l’elemento scatenante? Beh, certamente gli elevati contrasti termici. Veniamo da un periodo, di media durata, contrassegnato da un afflusso di masse d’aria caldo-umida risalenti dal nord Africa. Provate a immaginare cosa può accadere se di colpo subentra l’aria fredda, decisamente più pesante. Succede che il caldo preesistente viene scaraventato verso l’alto e il processo di raffreddamento determina la condensazione con conseguente sviluppo di nubi cumuliformi. Ecco quindi che si formano le celle temporalesche, quel che accadrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
La dinamica del peggioramento:
l’Alta Pressione sta per essere sostituita da un vortice ciclonico, che si formerà non appena l’aria fredda proveniente da nord farà il suo ingresso nel Mediterraneo. Attualmente si sta ammassando sulle Alpi, ma presto aggirerà l’ostacolo gettandosi sul Golfo del Leone e strutturando un’area ciclonica che tenderà ad isolarsi dalla circolazione primaria. E’ il processo che conduce allo sviluppo di una goccia fredda che stazionerà sul nostro Paese sino ai primi giorni della prossima settimana, momento in cui tenderà a traslare verso ovest.
Temperature in brusco calo:
è evidente che l’ingresso del freddo coinciderà con un brusco calo termico. Lecito domandarsi quale sarà l’entità della flessione. La risposta viene dall’analisi delle proiezioni termiche, indicanti una diminuzione che in alcune regioni potrebbe attestarsi mediamente nell’ordine degli 8-10 gradi. Si passera da una situazione di partenza che vede temperature superiori alla norma, ad un quadro diametralmente opposta. Ci aspettiamo, quindi, valori diffusamente inferiori alla norma e il clou dovrebbe verificarsi a cavallo tra sabato e domenica.
Lo step successivo:
si è accennato, pocanzi, all’evoluzione della goccia fredda una volta isolatasi sui nostri mari. L’ipotesi più accreditata, perché percorsa all’unisono dai più autorevoli modelli, è quella di uno spostamento verso la Penisola Iberica. Nel contempo si creerà una cintura anticiclonica che abbraccerà l’Europa centro orientale, derivante dalla congiunzione di due strutture anticicloniche: un promontorio africano, che dovrebbe interessarci in concomitanza del 25 aprile, e una figura continentale in temporaneo consolidamento a nord delle Alpi.
Prospettive instabili:
il lungo termine non sembra dar spazio ad affermazioni convincenti della bella stagione. La cintura anticiclonica suddetta verrà sgretolata da un’intensa attività ciclonica Scandinava, che potrebbe avvalersi di significativi supporti atlantici destinati ad alimentare l’ampia lacuna barica iberica. Si aprirebbe la strada per un nuovo affondo depressionario verso fine aprile, il ché deporrebbe a favore di un’altra fase di marcata instabile destinata a protrarsi presumibilmente agli inizi di maggio.
Focus: evoluzione sino al 02 maggio 2013
Ci aspettano giornate di maltempo, o comunque di tempo fortemente instabile. Instabilità che prenderà piede su tutte le nostre regioni, accompagnandoci almeno sino alla metà della prossima settimana. Come detto diminuiranno le temperature, con decisione, al punto tale che sui rilievi si rivedrà persino la neve. Un graduale miglioramento interverrà a partire da mercoledì, con schiarite più convincenti indotte dall’affermazione di un promontorio anticiclonico proveniente dal nord Africa. Di conseguenza ci aspettiamo un nuovo rialzo termico e le temperature si riporteranno al di sopra della norma.
Una fase che potrebbe durare per qualche giorno, prima che un nuovo affondo ciclonico – sfruttando la lacuna barica iberica – ripristini condizioni di tempo instabile a cominciare dalle regioni di ponente. Aprile si concluderebbe tra piogge e temporali e anche i primi giorni di maggio potrebbero risentire di questo impianto barico.
Evoluzione sino al 07 maggio 2013
Prende corpo l’ipotesi di una prosecuzione dell’instabilità per gran parte della prima settimana di maggio, scenario che rimanderebbe ulteriormente l’arrivo della bella stagione.
In conclusione.
Primavera che conferma appieno i canoni di dinamicità stagionali, ragion per cui anche qualora prevalesse una certa instabilità non dovremo stupirci.