Primavera anticipata:
lo sapevamo, previsione facile a detta di molti. Perché quando si tratta di prevedere le rimonte anticicloniche africane, i modelli raramente sbagliano. E difatti eccolo qui, ad arrecare condizioni meteorologiche primaverile sulla gran parte delle nostre regioni. Al Centro Sud e nelle due Isole Maggiori la colonnina di mercurio ha registrato un netto rialzo, attestandosi su valori più consoni alla fine di marzo se non addirittura ad aprile inoltrato. Al Nord, invece, il quadro somiglia a quello autunnale perché le perturbazioni atlantiche sono riuscite ad impedire l’ulteriore espansione dell’Alta Africana.
Le cause:
come detto più volte, la struttura della Depressione d’Islanda ha subito pesanti modifiche ed un’ampia saccatura atlantica ha avuto modo d’inserirsi dapprima sulla Penisola Iberica e successivamente nel Nord Africa. Qui si è isolata quella che in gergo definiamo goccia fredda, in grado di sospingere verso l’Italia l’aria calda presente nell’entroterra algerino. L’evoluzione depressionaria andrà monitorata attentamente, perché il progressivo spostamento ad est aprirà la strada all’indebolimento dell’Alta Pressione.
Percorso a ritroso:
lo smantellamento dell’Alta Africana coinciderà anzitutto con un incremento dell’instabilità anche nelle regioni Centro Meridionali, causa l’ingerenza della perturbazione proveniente dal basso Mediterraneo. Ma andrà monitorata con attenzione anche l’attività ciclonica atlantica, perché pur mostrando dei mutamenti rispetto al passato – almeno temporaneamente – determinerà il ritorno di vari impulsi perturbati ad iniziare dal Nord Italia.
Normalità termica:
ciò che si evince dall’analisi del profilo termico peninsulare è il graduale rientro alla normalità già sul finire della settimana. Temperature in calo, quindi, anche a causa della rotazione dei venti dai quadranti occidentali. Allungando il tiro, non sembrerebbero esserci i presupposti per un intervento di irruzioni fredde degne di tal nome ed è per questa ragione che in sede titolare abbiamo parlato di inverno al capolinea.
Gli scambi meridiani:
abbandonata la pista russa, l’ipotesi concernente gli scambi meridiani tipici di fine stagione sembra prendere corpo. Osservando i vari modelli appare evidente un rallentamento del Vortice Canadese, che andrebbe a concedere spazio all’Alta delle Azzorre. Alta delle Azzorre pronta a spingersi verso nord e così facendo si avrebbero maggiori ondulazioni del getto che potrebbe traghettare aria relativamente più fredda verso il Mediterraneo. Non sono da escludere anche dei contributi artici e tutto ciò avverrebbe a cavallo tra fine febbraio e i primi di marzo.
Focus: evoluzione sino al 02 marzo 2014
Nei prossimi giorni avremo un graduale peggioramento delle condizioni del tempo: si partirà dal Nord Italia e si proseguirà con le regioni Centro Meridionali. Gradualmente riavremo le perturbazioni atlantiche, che ripristineranno un quadro meteorologico simili a quanto già visto nelle scorse settimane. C’è da dire che potrebbero accrescersi i contributi d’aria fredda, il ché ci consentirebbe di avere temperature più consone al periodo.
Sul finire del mese appare possibile una maggiore azione meridiana che andrebbe a pescare contributi freddi artici in graduale estensione verso il Mediterraneo. La primavera meteorologica, che come detto comincerà il 1 marzo, potrebbe aprirsi all’insegna di condizioni climatiche più consone alla stagione invernale.
Evoluzione sino al 07 marzo 2014
La maggiore dinamicità atmosferica sembrerebbe in grado di condizionare, in modo incisivo, gran parte della prima decade di marzo. Dinamicità che rientra, è bene rimarcarlo, nel naturale processo di transizione tra inverno e primavera.
In conclusione.
Quello che più volte abbiamo definito non-inverno verrà ricordato come tale ed anzi, come scritto in un editoriale della scorsa settimana, il 2014 potrebbe diventare a tutti gli effetti “l’anno senza inverno”.