La tempesta tropicale Namtheun, nella giornata di lunedì 26 luglio, si è intensificata, diventando un tifone di quarta categoria, e una ulteriore intensificazione è prevista nei prossimi giorni. Domenica essa si trovava 505 miglia a sudest di Iwo Jima, spostandosi verso nordovest a circa 11 mph (miglia orarie), accompagnata da venti intorno a 55 mph, con raffiche fino a 75 mph. La tempesta si dirige verso il Giappone, ma i centri previsionali divergono sull’eventuale interessamento dell’arcipelago. Gfs non vede alcun pericolo per le coste nipponiche, ma Nogaps prevede l’arrivo del tifone sull’isola di Kyushu per il giorno 29. La previsione del Naval Pacific Meteorology and Oceanography Center è come spesso accade una media tra i modelli.
Fermento anche nel Mar Cinese Meridionale dove è uscita un’allerta ufficiale per la possibile formazione di un ciclone tropicale che andrebbe a interessare in breve tempo la costa a est di Hong Kong.
La depressione tropicale Celia si continua a muovere nel Pacifico, senza interessare terre emerse. Domenica si trovava circa 1370 miglia a ovest dell’Isola Socorro, spostandosi verso ovest/nordovest con venti sulle 35 mph e raffiche di 45. La tempesta si prevede in ulteriore indebolimento.
Un monsone particolarmente attivo in Bangla Desh, nel nordest dell’India e nel Nepal ha alluvionato circa i due terzi di quell’area geografica. Sylhet, nel NE del Bangla Desh, con la sua posizione quasi pedemontana, è un perfetto esempio di come sia stato il weekend, con oltre 125 mm di pioggia caduta (69 mm domenica 25 luglio). Le piogge monsoniche di quest’anno sono le più intense da 15 anni a questa parte e gli effetti sono stati disastrosi.
Domenica 25 piogge monsoniche molto abbondanti anche a Bombay, sulla costa ovest indiana, ai piedi dei Monti Ghati Occidentali, dove sono caduti 101 mm in 24 ore. Nella località thailandese di Ranong, sempre domenica, i mm caduti sono stati ben 153.
La città mongola di Choir è stata investita da forti piogge lunedì 26, con 29 mm caduti in 12 ore, tra le 0 e le 12 GMT. Con una media mensile di 69 mm, questo accumulo rappresenta oltre un terzo del totale atteso per tutto il mese di luglio.
Continuiamo a parlare del caldo in Iberia. Domenica a Jerez de la Frontiera, in Andalusia, sono stati superati i 42°C, mentre sabato si erano toccati i 43°C, a fronte di una media delle massime per luglio di poco più di 29°C. Caldo anche di notte, con minime sui 25°C, a fronte di una media di poco meno di 20°C. Di Faro, nell’Algarve portoghese, con i suoi 44°C abbiamo scritto ieri; segnaliamo in aggiunta la terribile minima di 32°C, sempre con gli infuocati venti “di terra”, della notte tra domenica e lunedì e una temperatura di 41,1°C alle 12 GMT di lunedì 26 luglio.
Il caldo non ha risparmiato Madrid. Sabato il termometro è arrivato a 39,6°C, contro una media delle massime di luglio di poco più di 30°C. Appena meno caldo domenica, con massima poco sopra i 38°C.
Questa rubrica spesso va in giro per il mondo a cercare record o comunque eventi che si discostano dalla normalità climatica delle varie aree geografiche. In piena estate mediterranea, questa volta un posto d’onore toccherebbe quindi all’Italia, il cui centro-sud è stato investito, tra domenica e lunedì, da piogge che localmente hanno ampiamente oltrepassato, in poche ore, la media dell’intero mese di luglio. Un paio di esempi significativi sono i 53 mm di Roma tra le 6 e le 18 di GMT di domenica e i 23 mm di Capri, anche qui in 12 ore, fra le 18 GMT di domenica e le 6 GMT di lunedì.
Alta pressione e correnti meridionali sono all’origine di temperature insolitamente alte nel nord della Norvegia e della Finlandia. La cittadina norvegese di Alta ha raggiunto i 25,1°C domenica 25, molto più dei 16°C del valore medio delle massime di luglio. Lunedì 26 è stata una giornata ancora più calda, con una massima di 26°C, accompagnata da venti da SSE oltre i 10 nodi. Altri valori significativi di temperature massime i 26,8°C di Kevo e 25,4°C di Ivalo il 25 luglio. Il 26 luglio ancora 25°C ad Ivalo e 24°C ad Hammerfest.
Ritorniamo al caldo della penisola iberica, per osservare come anche le Canarie, solitamente miti, bagnate come sono dalla fresca corrente omonima, abbiano fatto registrare temperature molto elevate. Domenica 25 luglio si sono raggiunti i 42,9°C a Lanzarote e i 39,0°C a Santa Cruz de Tenerife, dove il 26 il termometro si è fermato a un comunque notevole 35°C.
Interessante notare come gli effetti favonici sono fondamentali nell’incrementare gli effetti di onde di calore di questo tipo. Il giorno 26 infatti, a fronte di un calo della massima a Santa Cruz de Tenerife, nella stazione di Tenerife Sur (nel sud della stessa isola) è stato registrato un picco di 43°C.
Lunedì 26 vi è stata infatti per molte ore una predominanza di venti da ENE, con marcato effetto favonico su Tenerife Sur, per la discesa della massa d’aria dalla montagna del Teide, che supera i 3700 metri. Alle 13 GMT sulla località spirava un vento caldo e secco da ENE (26 nodi; in mattinata aveva raggiunto anche i 33 nodi, alle 8 GMT c’erano già 39°C), con temperatura 42°C e dew point 9°C. Solo due ore dopo, alle 15 GMT, con il vento ruotato a SW (18 nodi) il termometro era sceso a 31°C e il dew point salito a 19°C. Un ultimo rigurgito di ENE (15 nodi) ha riportato alle 16 GMT la temperatura a 37°C e il dew point a 14°C, ma alle 17 GMT, con di nuovo il SW, i due valori erano rispettivamente 29°C e 20°C, quindi il normale caldo umido portato dal vento di mare.